Tra Inter ed Everton, in 4 giorni si muovono cinquemila tifosi

Tra Inter ed Everton, in 4 giorni si muovono cinquemila tifosi
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Duemila atalantini a San Siro domenica sera e almeno altri tremila giovedì a Liverpool per chiudere il discorso qualificazione. In quattro giorni, saranno circa cinquemila i sostenitori nerazzurri al seguito della squadra di Gasperini e una simile dimostrazione d’affetto è solo l’ultima di una serie infinita di cartoline di passione che la gente dell’Atalanta sta inviando al mondo del calcio. Non conta il risultato, non dipende tutto da un trofeo o dalla lotta per un posto che conta: l’atalantino è prima di tutto «fiero sostenitore dei nostri colori». Solo al 90esimo guarda il tabellino. Da sempre e per sempre.

 

 

La piccionaia di San Siro nuovamente bella piena. Il Meazza di Milano è a due passi da Bergamo, negli anni più belli si sono viste invasioni atalantine anche di ottomila persone, ma erano i tempi della Dea incredibilmente prima in classifica, e comunque certe gare rappresentavano il punto più alto di una stagione in cui l’unico pensiero era salvarsi. Oggi Inter-Atalanta sembra quasi l’antipasto della gara di Europa League a Liverpool, un po’ come quando per anni la cena ruota intorno a un succulento filetto in crosta e improvvisamente lo stesso pezzo di manzo lo usi per una semplice tartare d’apertura. Da anni ormai, a San Siro gli “ospiti” sono sistemati al terzo anello blu, normalmente chi viene a farti visita cerchi di farlo sentire a suo agio mentre a Milano ti piazzano talmente in alto che serve il binocolo per capire se la palla ce l’ha Gomez o Petagna. A questo aggiungeteci pure un po’ di confusione sulla vendita dei biglietti (come dicevamo il 9 novembre scorso la vendita era libera per tutti. Era l’Inter in colpevole ritardo, l’Osservatorio è stato chiaro…). Alla fine, però, ben duemila bergamaschi hanno investito 20 euro più prevendita per vedere (poco) e sostenere (tanto) la squadra del Gasp sullo stesso campo del 7-1 e dell’eliminazione Mondiale dell’Italia. Brividi.

 

 

Il sogno inglese e i dieci charter al seguito. Il calendario impone di percorrere il cammino sportivo di questo periodo a cavallo tra fine novembre e inizio dicembre in rigoroso ordine cronologico. Prima l’Inter, poi l’Everton, a seguire il Benevento e via via tutte le altre. Nei discorsi da bar, in coda sull’asse interurbano o a tavola con la famiglia, però, torna sempre il pensiero fisso: giovedì l’Atalanta andrà in trasferta per l’ultima volta nel Gruppo E di Europa League e lo farà sul campo di Goodison Park, contro l’Everton. Il calcio inglese è affascinante, gli stadi sono sempre bellissimi e la possibilità di vedere la Dea in campo a Liverpool è qualcosa di unico. La conferma di quanto sia sentita questa partita è la febbre dei tifosi che si sono organizzati per conto proprio con i trasferimenti e che hanno dato la caccia al biglietto. Alla fin dei conti, saranno oltre tremila i sostenitori orobici al seguito e l’esodo inglese è veramente molto atteso. Lo abbiamo già scritto, ma ripetere una volta in più il numero di charter (voli privati organizzati solo per la partita) regala brividi incredibili: dieci aerei da circa 190 posti completamente esauriti partiranno tra Orio al Serio e Malpensa. E siamo solo ai gironi.

 

 

Il Lione nel mirino, sarà un’altra grande notte. La verità che in pochissimi sottolineano, forse condizionati dalla stupenda passione della gente, è che Everton-Atalanta, matematicamente parlando, potrebbe essere la sfida più inutile del girone. Indipendentemente dal risultato, i nerazzurri sono qualificati se l’Apollon Limassol non vincesse a Lione e, considerando le forze in campo, l’ipotesi non è affatto peregrina. Anzi, se i ciprioti compiono la “mission impossible”, la squadra francese sarebbe addirittura a rischio eliminazione. L’altra grande verità che bisogna sottolineare è che Atalanta-Lione del 7 dicembre vale il primo posto del girone: se l’Atalanta vincesse, sarebbe matematicamente prima. Anche con una sconfitta a Liverpool, i nerazzurri a 11 punti insieme ai francesi avrebbero la certezza di passare come primi grazie al successo nello scontro diretto. Anche per questo motivo la vendita di tagliandi per la sfida procede a gonfie vele e ancora una volta il pubblico orobico risponderà presente. In massa, a Reggio, circa 180 chilometri da Bergamo. Le spese sono tante, le ore di sonno poche e i viaggi anche complicati, ma queste partite (senza dimenticare le altre gare di campionato) rappresentano per migliaia di bergamaschi l’occasione giusta per ribadire, ancora una volta, quanto conta l’Atalanta.

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