La contentezza di Monachello (nonostante quel gol mancato)
Quando scende in campo, lascia la sensazione di voler spaccare il mondo. È giovane, ha lo sguardo vispo e dimostra sempre di avere una grande fame. Gaetano Monachello, attaccante agrigentino della Dea, ha giocato a sorpresa sabato scorso a Bergamo contro l’Inter. Ha sbagliato qualcosa in fase di conclusione, ma dal primo minuto all’ultimo non ha mai smesso di dare una mano alla squadra. Lo abbiamo incontrato, ci siamo fatti raccontare le sue emozioni, abbiamo scoperto un ragazzo semplice che ha festeggiato in famiglia la prima volta da titolare in serie A e che non ha nessuna intenzione di fermarsi.
Monachello, dopo qualche spezzone è arrivata la prima in serie A da titolare. E non sembrava nemmeno emozionato...
«Sono felice e ho una fortuna: molto spesso riesco ad andare in campo senza pensieri. Prima della partita c’è un po’ di tensione, come è normale che sia. Ma quando arriva il momento di scendere sul terreno di gioco, se sento la fiducia mi viene naturale dare tutto quello che ho dentro per l’allenatore, per i compagni e per chi in società ha creduto in me. Non mi tirerò mai indietro».
Ha saputo intorno alle 13 che avrebbe giocato: quelle 2 ore prima del fischio d’inizio come le ha vissute?
«Il mister ci ha comunicato le scelte all’ultimo, appena l’ho saputo ho avvisato la mia ragazza Federica, ma non ho avuto nemmeno troppo tempo per pensare che stavo per fare il mio esordio in casa dal primo minuto contro l’Inter. Siamo arrivati allo stadio, ho bevuto il mio caffè, sono sceso in campo per il riscaldamento e abbiamo iniziato. Con grande serenità, come se niente fosse. Ho provato emozione, ma mi sembrava quasi di non sentire nulla, né il pubblico né lo speaker. Ero solo concentrato per fare bene. E sono convinto di esserci riuscito, nonostante quel gol fallito alla fine.
Appunto, che è successo su quel cross stupendo di Gomez? Stavamo già esultando..
«Eh, lo so... me ne hanno parlato in molti, è stato un gesto istintivo e di sinistro non ho preso la porta. Potevo andarci di testa o di destro. In quei frangenti si tratta di frazioni di secondo, ero molto stanco perché sono spesso rientrato al centro per dare una mano ai compagni, ma è innegabile che mi sarebbe piaciuto davvero fare gol. Con un pizzico di fortuna, magari grazie ad un po’ di lucidità in più avrei segnato sotto la Curva. Il massimo».
Le telecamere l’hanno inquadrata subito dopo: sembrava rapito..
«Non pensavo a qualcosa di particolare. Ci sono rimasto un po’ male, ero lì davanti ai nostri tifosi e avrei voluto tornare indietro di pochi secondi per fare gol».
Possiamo dire che la prestazione, la voglia e lo spirito che ha messo in campo sono il miglior viatico per il futuro?
«Nei giorni dopo la partita mi è rimasto dentro una bella sensazione. Il gol è importante per tutti, ma io guardo molto anche a quello che riesco a fare per i compagni. Da questo punto di vista, sono contentissimo. Era la prima da titolare in campionato contro la squadra in cui sono diventato davvero calciatore. Pensavo potesse andare peggio, le mie sensazioni sono ottime e ho visto anche i commenti di tifosi e addetti ai lavori che sono rimasti soddisfatti. Benissimo, avanti così».
Il mercato è aperto, secondo molti lei è da settimane in partenza...
«Prima della partita con l’Inter sapevo molto bene di tutte le richieste arrivate all’Atalanta. Ci sono le squadre di serie B che mi vorrebbero, anche in serie A ci sono estimatori, ma nessuno è mai venuto a dirmi che sono sul mercato e mi vogliono cedere. Il direttore Sartori si è sempre fatto sentire vicino, l’ho visto in settimana e sia prima che dopo la partita il suo incitamento è stato molto importante. Adesso tutti vogliono il mio gol, io lavoro tanto e penso solo all’Atalanta. La mia intenzione è quella di restare, sono a disposizione e non è mai un anno perso quando lavori qui: guardate Grassi, è l’esempio migliore. Quando rientrerà Pinilla cercherò di mettere sempre in difficoltà il mister, domenica ho fatto bene ma penso già alle prossime».
Avrà ricevuto un sacco di messaggi, il più curioso?
«Sono un tipo molto riservato, il mio numero non ce l’hanno in molti e normalmente parlo con i miei parenti e con gli amici più stretti. Mi ha fatto piacere sentire il mio ex direttore sportivo a Lanciano, Luca Leone, che si è complimentato. Per il resto le parole più importanti sono state quelle dei familiari e della mia dolce metà Federica, senza dimenticare il mio agente e tutti i compagni di squadra: abbiamo un gruppo su Whatsapp dove abbiamo scherzato e sorriso. Siamo un bel gruppo».
Come ha festeggiato dopo la gara?
«Da tempo avevamo organizzato una cena da un mio cugino Rosario che abita a Lodi, siamo stati da lui con le rispettive fidanzate (la sua si chiama Giulia) e ci siamo rilassati in compagnia. Nulla di particolare, una bella mangiata siciliana in famiglia a base di pesce e qualche bollicina per brindare: sono fatto così, un ragazzo semplice che ha una voglia enorme di giocare e vincere».
Frosinone, Sassuolo, Verona ed Empoli: arriva un periodo importante, forse decisivo. Concorda?
«Stiamo lavorando molto per affrontare le prossime partite con lo stesso livello di concentrazione e approccio visto sabato contro l’Inter. È indubbio che serva un’Atalanta tosta e gagliarda, siamo carichi dopo un periodo un po’ difficile perché vogliamo conquistare punti preziosi che migliorino ancora la classifica. Non ci sono storie, andiamo a Frosinone per vincere».
Nonostante abbia giocato poco, è sembrato fisicamente molto in palla: il segreto?
«Fisicamente sto molto bene, la tenuta in campo e il ritmo non mi hanno creato problemi e questo è merito di chi ogni giorno ci prepara a Zingonia. Cerco sempre di arrivare in anticipo o di fermarmi dopo la seduta di gruppo per migliorare su qualche aspetto, si lavora in palestra piuttosto che magari sul campo con esercizi per la rapidità o per affinare il tiro. È un lavoro continuo, sono giovane e voglio migliorare su tutto. Avanti, e Forza Dea!».