La crescita continua di Matteo Ruggeri, che ha l'Atalanta come seconda pelle
Il 2023 del numero 22 atalantino è da applausi e la crescita partita dopo partita merita solo elogi, perché è figlia del lavoro quotidiano
di Fabio Gennari
Essere profeta in patria non è mai semplice. La convinzione che quelli arrivati da fuori siano migliori è spesso diffusa, quasi come se il lavoro quotidiano, le prestazioni, la capacità di tenere botta nelle difficoltà e la felicità dipinta sul volto quando un compagno fa qualcosa di buono per la tua squadra fossero un dettaglio.
Matteo Ruggeri, bergamasco della Valle Brembana, la maglia nerazzurra ce l'ha cucita addosso e non ne ha mai fatto mistero. Proprio in questi giorni, circa un anno fa, le scelte di Gasperini nelle amichevoli europee di fine anno - giocate durante la sosta imposta dal Mondiale in Qatar -, iniziarono a premiarlo e lui ha quasi sempre risposto presente.
Il numero 22 atalantino non ha giocato una partita scintillante contro la Salernitana, almeno nella prima parte. Poi ha iniziato a crescere. Attaccando sotto la Pisani probabilmente trova energie maggiori e in tante azioni offensive della Dea è stato al centro delle operazioni. In corsa, con la faccia concentrata rivolta al passaggio da ricevere e con i compagni che, giorno dopo giorno, dimostrano di fidarsi sempre più di lui. Con sei esterni in rosa, non era scontato che dopo 22 partite ufficiali tra campionato ed Europa League sia quello che ha giocato di più, con il secondo, Zappacosta, oltre 500 minuti indietro.
Al netto delle caratteristiche tecniche e della crescita fisica, quello che più piace di Ruggeri è la personalità sempre maggiore che mette nelle partite. Sia in fase di copertura che in quella di attacco, il numero 22 è sempre molto attento a farsi trovare smarcato e a proporsi, i compagni lo cercano e lui mette in mezzo palloni con il contagiri. A oggi, il titolare indiscusso a sinistra dell'Atalanta d'Italia e d'Europa è il ragazzo cresciuto nel vivaio, che ha giocato le prime gare ufficiali con Liverpool e Inter quando aveva appena 18 anni (è un classe 2002).