La nuova struttura azionaria dell'Atalanta e gli altri due soci americani al fianco di Pagliuca
Ai Percassi è rimasto il 38,7%, il 47,3% passa in mani americane. Il 14% è suddiviso tra vari imprenditori orobici. I possibili nomi degli altri nuovi soci
Se sul terreno di gioco le cose non è che stiano andando proprio benissimo, ultimamente, all'Atalanta, molte attenzioni dei tifosi sono anche rivolte, tra speranze e legittimi timori, a quel che sta accadendo ai piani alti del club orobico. L'importante ingresso di nuovi soci americani nella proprietà nerazzurra, infatti, apre scenari nuovi e prospettive inattese.
In attesa di capirci qualcosa di più, però, è utile fare un attimo il punto della situazione. Com'è ormai risaputo, una cordata di investitori statunitensi guidata da Stephen Pagliuca, coproprietario dei Boston Celtics (Nba) e co-presidente del fondo Bain Capital, ha acquisito il 55 per cento delle quote dell'Atalanta che erano in mano a La Dea Srl della famiglia Percassi, società che, a sua volta, detiene l'86 per cento circa del capitale complessivo nerazzurro. Il restante 14 per cento è invece suddiviso tra una serie di altri "piccoli" azionisti, per lo più bergamaschi.
In seguito a questa storica operazione, dunque, Pagliuca e i suoi soci detengono ora il 47,3 per cento dell'Atalanta, mentre ai Percassi è rimasto il 38,7 per cento. La famiglia Percassi ha sottolineato come resti la principale singola azionista del club, oltre a mantenere anche la gestione sportiva, visto che Antonio resterà presidente e Luca amministratore delegato. Pagliuca, invece, sarà co-chairman, co-titolare potremmo dire. Va anche aggiunto che diversi membri della famiglia Percassi detengono anche, singolarmente, una serie di azioni dell'Atalanta facenti parte di quel 14 per cento suddiviso tra vari investitori. Luca Percassi, ad esempio, detiene l'1,37 per cento, Antonio ne ha una percentuale più ridotta.
In quel 14 per cento "bergamasco", troviamo anche la società Radici Partecipazioni Spa con il 5,32 per cento, la stessa percentuale in mano alla Magica Srl dell'imprenditore Roberto Selini; l'imprenditore Paolo Fratus ha invece l'1,18 per cento; la società Miro Radici Family Spa, in mano all'ex omonimo patron atalantino, ha lo 0,91 per cento; la Baldassarre Agnelli Spa detiene lo 0,59 per cento del capitale; Marino Lazzarini lo 0,32 per cento. La componente bergamasca dunque, se si somma il 38,7 per cento dell'Atalanta rimasta in mano ai Percassi e il 14 per cento suddiviso tra vari investitori, resta molto forte.
Molto forte, però, non significa "dominante". È indubbio che i nuovi soci americani, avendo investito tanti soldi (sebbene non si sappia nulla delle cifre pare che il club orobico sia stato valutato circa 450 milioni di euro), abbia tutta l'intenzione di pesare e di dire la loro. Com'è normale che sia. E Pagliuca, in tal senso, avrà un peso specifico importante, dato che è stato indicato come front-man della cordata. Ma chi sono gli altri uomini che, insieme a lui, hanno deciso di investire (a titolo personale, è bene ricordarlo) nell'Atalanta? Ufficialmente, i loro nomi non sono ancora stati resi noti. Ma secondo la Gazzetta sarebbero altri due nomi di spicco dei Boston Celtics, ovvero Wyc Grousbeck, governor & chief executive officer dei Celtics, e Robert Epstein, alternate governor della franchigia Nba.