La personalità della Dea: risposta immediata a Bologna, Fiorentina e... Malinovskyi
La squadra di Gasperini ha mostrato grandissima personalità nella bolgia di Marassi, contro una bella squadra che ha perso meritatamente
di Fabio Gennari
Poco prima di Genoa-Atalanta, al netto della sconfitta interna della Roma di sabato con l'Inter, i successi di Fiorentina (5-1 al Frosinone) e Bologna (4-0 al Lecce) potevano risultare macigni molto pesanti sulle spalle di una Dea che doveva giocare contro il Genoa e oltre trentamila tifosi indemoniati che hanno trasformato il catino di Marassi in qualcosa che, probabilmente, non ha eguali in Italia. E nella ripresa, dopo il bellissimo gol di De Ketelaere, la sassata mancina di Malinovskyi era un altro "dettaglio" mica da poco da considerare.
Il problema, per tutte le avversarie, è che l'Atalanta ha cuore, personalità e gamba. Del gioco, delle doti tecniche, della profondità della rosa abbiamo parlato, parliamo e parleremo in continuazione. I campionati importanti, tuttavia, non li fai "solo" con quelle che normalmente sono considerate le prerogative di un gruppo vincente, ma anche con la coesione e la capacità di fare gruppo di ragazzi che si completano nelle difficoltà e che stanno uniti nei momenti più delicati.
Guardate gli abbracci ai gol, gli sguardi appena dopo un pericolo sventato o quando un errore di misura poteva regalare un gol a favore. L'Atalanta è squadra prima di tutto in queste cose e solo se hai questo tipo di sicurezze ti prendi la briga di calciare quella punizione sopra la barriera poco dopo aver subito un pareggio che, mentalmente, ti poteva davvero dare grandi problemi.
Vincere aiuta a vincere ma, soprattutto, aiuta a rispondere a chi (stando dietro) sembra debba riprenderti in un batter d'occhio recuperando molto più dei 3 punti in palio. Se non ci riesce, tutto diventa ancora più pesante. Ed è tutto merito dell'Atalanta.