L'editoriale di Xavier Jacobelli

La rimonta dei Mòla Mia, con lo spirito della Dea. Caro CR7, ci vediamo martedì

Se la Lazio doveva essere la prova generale in vista del Manchester, l'esame è stato superato. Grazie anche alla spinta del pubblico

La rimonta dei Mòla Mia, con lo spirito della Dea. Caro CR7, ci vediamo martedì
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di Xavier Jacobelli

Da quattordici anni, a Bergamo come a Roma, non c'è mai stata una partita fra Atalanta e Lazio che si sia conclusa senza gol. La regola è stata spettacolarmente rispettata anche in occasione dell'undicesima giornata di un campionato che vive l'entusiasmante duello scudetto Napoli-Milan e registra il crollo verticale della Juve, la squadra che aveva vinto nove degli ultimi dieci titoli (8 punti in meno rispetto a un anno fa con Pirlo; 14 punti in meno rispetto a due anni fa con Sarri). L'Atalanta, invece, continua a fare risultato: conta 1 punto in più rispetto al 2020, quand'era ottava; è in piena zona Champions e si gode il generale crescendo di condizione che le ha consentito di rimontare i biancocelesti al termine di una partita avvincente, ricca di spunti e di emozioni.

Complimenti alla Lazio di Sarri che, contrariamente a quanto accaduto nelle precedenti trasferte di questo torneo contrassegnate da inopinate cadute, al Gewiss Stadium ha rischiato di vincere, disputando una splendida prova che ha esaltato i suoi contropiede e soprattutto lo strepitoso Ciro Immobile, campione d'Europa capace di eguagliare lo storico record dei 159 gol detenuto dal mitico Piola.

Onore alla Dea, che non si è mai arresa. Per riagguantare due volte i rivali, essa ha trovato gli irriducibili trascinatori della squadra in Zapata - formidabili le sue accelerazioni e quel gol di potenza - e in de Roon, autentico pilastro di resilienza nei momenti più delicati dell'incontro e autore di una rete di pregevole fattura. Tutto il Gruppo Gasp ha incarnato nel modo migliore l'autentico spirito bergamasco. Mòla mia, mòla mai: detto, fatto.

Se la sfida con la Lazio doveva essere la prova generale in vista del Manchester United, l'esame è stato superato. Grazie anche alla spinta del pubblico, mai come in questa circostanza capace di sostenere i nerazzurri sino all'ultimo respiro. Con l'auspicio che venga scovato e buttato fuori per sempre dallo stadio l'incivile lanciatore della monetina che ha colpito Reina, così come l'altro barbaro che aveva sfiorato il portiere con un rotolo di nastro adesivo. Con il suo comportamento, il signore spagnolo ha confermando di avere la statura di un autentico campione.

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