L'arrivo a Orio al Serio

L'Atalanta è tornata a casa. Le foto dell'abbraccio dei tifosi: «Grazie ragazzi»

Squadra, dirigenti e staff sono stati accolti all'aeroporto sotto il solleone. Smaltita l'amarezza restano soltanto i cori e gli applausi

L'Atalanta è tornata a casa. Le foto dell'abbraccio dei tifosi: «Grazie ragazzi»
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di Federico Rota

È mancato un reale contatto tra tifosi e la squadra, ma l’affetto e la gratitudine per quanto ha fatto l’Atalanta in Champions League e, più in generale, in questa stagione, erano palpabili nel parcheggio dell’aeroporto di Orio al Serio.

La squadra neroazzurra, reduce dal quarto di finale amaro di Champions League, è atterrata a Bergamo intorno alle 14 e al terminal degli arrivi si è riversato, sfidando il solleone, un nutrito gruppo di supporter neroazzurri provenienti sia da Lisbona sia da Bergamo. Smaltita (soltanto in parte) l’amarezza per l’eliminazione, il coro che si leva è unanime: «Grazie ragazzi». E tanti applausi, per tutti; dai giocatori, ai dirigenti, allo staff e, naturalmente, all’allenatore Gian Piero Gasperini.

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«È già una vittoria essere qui oggi – racconta Pamela, di Solza, a fianco del figlioletto Diego che compirà 5 anni a Ferragosto -. Sarebbe falso dire di non essere amareggiati ma sul campo hanno tutti dato il massimo; più di così non si poteva fare. L’Atalanta è stata l’unica squadra italiana ad arrivare tanto avanti nella competizione. Abbiamo rappresentato il Paese ai vertici del calcio europeo e credo che questo, soprattutto per quello che la nostra città ha patito nei mesi scorsi, sia la ricompensa più grande di questo fantastico percorso».

Giocatori e staff sono stati prelevati direttamente dalla pista con due bus, inizialmente diretti a Zingonia. Rincorsi dai tifosi non hanno potuto che fare retromarcia e lasciarsi abbracciare dalle due ali di famiglie, bambini e giovani che si sono radunati attorno agli autobus. Un vero e proprio bagno di folla è stato riservato al presidente Antonio Percassi, accerchiato da quanti si erano radunati in aeroporto al grido “Presidente salta con la Curva”. «Era giusto ringraziare la squadra per questo risultato eccezionale – aggiunge Denis, 49 anni di Levate – Forse siamo arrivati a questo appuntamento troppo stanchi. Ci rifaremo l’anno prossimo».

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«Alla vigilia della partita in molti si chiedevano se sarebbe stata avvantaggiata la squadra con più minuti delle gambe o viceversa chi ha avuto più tempo a disposizione per riposarsi - commenta Marco, 27 anni da sempre grande tifoso della Dea -. Nei 90 minuti si è vista la differenza di qualità e di livello atletico tra i giocatori delle due formazioni. A pesare sono stati certamente le assenze, gli infortuni e i cambi: Mbappé ha letteralmente spaccato in due la partita. L’Atalanta ha giocato la partita che doveva giocare».

L’impressione è che l’Atalanta, entrata da Cenerentola nella massima competizione europea, giudicata da molti non all’altezza per mancanza di blasone, esca rafforzata dalla Champions. Più consapevole dei propri mezzi. Scomodando e prendendo in prestito le parole di un colosso nell’universo dei dirigenti sportivi, Jerry Krause (tanto per intenderci è l’uomo che ha costruito i Bulls che negli anni ’90 dominarono letteralmente l’NBA): «L’organizzazione vince i campionati». Il titolo ancora manca ma dalle premesse, se l’Atalanta confermasse questa organizzazione, i tempi paiono ormai maturi per puntare ancora più in alto.

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