Il protagonista

Matteo Pessina, il volto pulito dell'Atalanta che verrà: un giocatore... meraviglioso

Tanta corsa, spirito di sacrificio da grande giocatore e una voglia di essere sempre più al centro del progetto. Il ragazzo brianzolo, in pochi mesi, è cresciuto tantissimo e sta diventando un vero top player

Matteo Pessina, il volto pulito dell'Atalanta che verrà: un giocatore... meraviglioso
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di Fabio Gennari

Questa serata la ricorderà per tanto tempo, Matteo Pessina. È lui il volto nuovo dell'Atalanta di Gasperini, l'uomo che nello scacchiere orobico ha presto il posto di Gomez, pur avendo caratteristiche molto diverse, e che sta diventando un perno insostituibile dell'Atalanta che verrà. La doppietta segnata al Napoli è la prima da 1175 giorni a questa parte di un giocatore italiano con la maglia della Dea: non succedeva dal 23 novembre 2017, Everton-Atalanta 1-5 con Cristante protagonista.

E proprio pensando a Cristante viene in mente quanto sia pesante il rendimento di Pessina nella nuova Dea di Gasperini. Già, nuova. Una squadra capace di segnare ma anche di contenere, un gruppo che sta giocando a ritmi folli (13 partite in 42 giorni) ma che, a parte qualche normale sbavatura, è ancora dentro a tutte le competizioni. Pessina, ovvero "l'equilibratore" della Dea, in realtà è un centrocampista totale che ha (aveva?) solo un pizzico di frenesia di troppo in fase di rifinitura.

Nei 94' minuti della semifinale di ritorno con il Napoli (che Pessina ha giocato quasi per intero) ci sono un paio di numeri strabilianti che riguardano l'ex Verona. Tutti abbiamo davanti agli occhi i due bellissimi gol che hanno segnato il punto del 2-0 e quello del definitivo 3-1, ma solo chi guarda con attenzione i dati di fine partita può scoprire che Matteo Pessina ha finito la partita percorrendo più strada di tutti: 13,303 km. Dietro sono finiti, parlando solo di Atalanta, ragazzi come de Roon (12,803) e Freuler (12,757), e anche nella velocità media in run (non lo scatto, quella di "crociera") è sempre Pessina il migliore (9 km/h).

Matteo Pessina a inizio stagione era infortunato e sembrava già con la valigia in mano. Lo stesso Gasperini, in un paio di interviste, sembrava quasi considerarlo "in più" rispetto ad altre soluzioni. E invece il tempo e il lavoro hanno dimostrato che sul classe 1997 cresciuto nel Milan il tecnico di Grugliasco ci crede assai. Nelle gerarchie della squadra orobica, oggi Pessina è molto in alto e il fatto di poter giocare sia da trequartista che da interno di centrocampo lo rendono una splendida e duttile pedina per il gioco nerazzurro.

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