L'editoriale di Xavier Jacobelli

Non dormire stanotte, Matteo. Vediti e rivediti quei due gol che fanno impazzire Bergamo

Non dormire stanotte, Matteo. Vediti e rivediti quei due gol che fanno impazzire Bergamo
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di Xavier Jacobelli

Non dormire, Matteo. Non sognare a occhi aperti, ma continua a far sognare popolo intero; vediti e rivediti una, dieci, cento volte quei due splendidi gol che hanno portato l’Atalanta in finale di Coppa Italia per la quinta volta nella sua storia, la seconda nelle ultime tre edizioni. Matteo, cioè Pessina, cioè l’ultima felice intuizione di Gasperini che l’ha voluto di ritorno da Verona, convinto com’era che, alle spalle delle punte, il ragazzo di Monza avrebbe reso il centrocampo più solido e più efficace. E così è stato.

Ma è tutta l’Atalanta a gongolare con i suoi tifosi in quest’altra notte memorabile. Se il 3-3 con il Toro aveva sconcertato per il modo in cui era maturato, figlio evidente della stanchezza di una squadra stacanovista, novantasei ore dopo, la vittoria sul Napoli scatena nuovi entusiasmi e provate a immaginare che cosa sarebbe successo dopo la partita a Bergamo, visto che cos’era successo oggi pomeriggio a Zingonia. Dice bene Luca Percassi: a ogni santa partita, a ogni santa impresa di questa Dea ci domandiamo quando e quanto la nostra gente festeggerebbe insieme con noi. E tutti speriamo che il 19 maggio, a Milano, nell’ultimo atto con la Juve, finalmente questo maledetto virus avrà allentato la presa perché almeno mille o duemila o tremila o quelli che potranno entrare a San Siro, accompagnino la Dea nell’assalto al cielo.

Nulla succede mai per caso: non si conquistano due finali di Coppa Italia in tre edizioni di fila se non si è una grande squadra e se dietro questa grande squadra c’è una grande società. Di nuovo, ancora una volta PrimaBergamo lo scrive e lo ripete, rammentando quanto sia straordinaria la marcia del Gasp: un settimo, un quarto e due terzi posti in campionato; due campagne consecutive in Europa League, due campagne consecutive in Champions League, la prima sino allo storico quarto di finale 2020, la seconda che porterà al cospetto del Real il 24 febbraio a Bergamo; due finali di Coppa Italia.

E tutto questo, cambiando quasi tutti gli interpreti, senza cambiare mai il copione di un tecnico che ha vinto un’altra sfida. Tanto dolorosa è stata la frattura con Gomez, al quale auguriamo ogni fortuna a Siviglia poiché se la merita, quanto tempestivo e decisivo è stato l’intervento dei Percassi per trovare subito il bandolo di una matassa che minacciava di aggrovigliarsi. Tutto si tiene, anche nel calcio. Proprio Pessina, che ha raccolto l’eredità tecnica di Gomez, ha deciso la seconda semifinale con il Napoli; senza dimenticare la parata decisiva di Gollini su Osimhen; senza trascurare la forza di una prova collettiva di una squadra che non avrà mai la pancia piena perché è insaziabile. Lasciatecelo dire di nuovo: il bello deve ancora venire.

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