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Mercato in corso
Touré al Besiktas, Palestra al Cagliari e poi tanto silenzio. Ma c'è carne al fuoco
Ieri (26 agosto) sono arrivate due cessioni ufficiali, seppure con modalità diverse. Attenzione alle altre trattative, di cui si sa poco però
di Fabio Gennari
Giornata di doppia ufficialità in casa nerazzurra quella di ieri, martedì 26 agosto. La società orobica ha comunicato che Marco Palesta ed El Bilal Touré lasciano Bergamo per approdare rispettivamente al Cagliari e al Besiktas.
Gli obiettivi dei due giocatori sono diversi, ma la situazione simile: entrambi vanno via per giocare ed essere protagonisti altrove. Poi, a fine stagione, la loro condizione potrebbe essere molto diversa. Il classe 2005 passa ai sardi in prestito secco, il maliano invece in prestito (oneroso) con diritto di riscatto, che diventa obbligo all'avvenire di determinate condizione. Nessuno spiffero in merito alle cifre.
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Palestra, classe 2005, aveva davanti nelle gerarchie la certezza Bellanova e, con la cessione di Zortea da parte del Cagliari (è andato al Bologna), si è aperta la possibilità di giocare un campionato da protagonista in una piazza molto interessante che lotterà per la salvezza.
Touré, invece, non ha convinto Juric e in un reparto in cui, con Lookman e senza considerare Pasalic, ci sono ben sette elementi per soli tre posti la sua dipartita verso i bianconeri turchi era nell'aria da giorni: se farà bene, la possibilità che a fine anno il rapporto con l'Atalanta si chiuda a titolo definitivo, con recupero di buona parte dei 31 milioni spesi per il suo acquisto, è molto alta.
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Sugli altri fronti aperti, silenzio assoluto. L'Atalanta, si dice nelle stanze (virtuali) del mercato, sta lavorando a un centrocampista, un difensore e forse anche un esterno sinistro. Il nome di Musah del Milan è sempre caldo, ma difficilmente sarà legato a Brescianini, visto che il Napoli sta per chiudere Elmas. Di altri nomi, al momento, non ne filtrano. Uno certamente da depennare è quello di Magassa del Monaco, che è andato al West Ham. Non è detto che alla fine si concretizzi qualcosa quindi, ma c'è movimento. Tranne che su Lookman: su quel fronte tutto è fermo.
