Xavier Jacobelli

Nel calcio delle indecisioni di Palazzo, la certezza è la forza d'urto della Dea

Nel calcio delle indecisioni di Palazzo, la certezza è la forza d'urto della Dea
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di Xavier Jacobelli

Cinque gol al Milan e al Parma, sette al Torino; quattro al Valencia; sette al Lecce. Molte sono le incertezze nel calcio al tempo del coronavirus che ne ha squinternato i calendari, le partite, le trasferte per colpa di un Palazzo indeciso a tutto tranne che a seminare confusione e polemiche. Una è la certezza assoluta: la spaventosa forza d’urto dell’Atalanta che ne ha dato nuova dimostrazione a Lecce.

La quinta partita con almeno cinque reti all’attivo in questo campionato consente a Gasperini di eguagliare un altro record: l’ultima squadra capace di tanto era stata il Milan sessant’anni fa. Nel Salento, i nerazzurri hanno portato a 70 le reti realizzate in 25 partite, esaltando la tripletta di Zapata, la formidabile intesa fra Gomez e Ilicic, la bravura di de Roon nel ricoprire l’inconsueto ruolo di esterno difensivo, sebbene non fosse la prima prova per l’olandese, sempre più camaleonte.

Nemmeno la rimonta del Lecce, capace nel primo tempo di passare da 0-2 a 2-2, ha preoccupato più di tanto la Dea che, pronti via, nella ripresa in dieci minuti ha letteralmente tramortito gli avversari. Zapata è tornato il ciclone che conoscevamo prima dell’infortunio patito il 12 ottobre, giocando l’amichevole con la nazionale colombiana, che l’ha costretto a rientrare da titolare soltanto 97 giorni più tardi. Muriel non perde l’occasione per dimostrare come gli basti giocare anche una manciata di minuti e vada in gol con disarmante disinvoltura. Malinovskyi, idem come sopra, anche quando la squadra vince 6-2, anche quando si è nei minuti di recupero.

La sosta forzata, causa rinvio della gara con il Sassuolo, non ha fiaccato l’Atalanta che ora, coronavirus permettendo, si prepara ad affrontare la Lazio neocapolista. Sapremo quando e se accadrà, solo nei giorni a venire, auspicabilmente non all’ultimo momento, come è stato fatto con mossa sciagurata l’altro ieri mattina per il rinvio delle cinque gare previste a porte chiuse.

Sarebbe bello se Lotito, presidente della Super Lazio, consigliere federale, notorio inquilino dei piani alti del Palazzo, accettasse finalmente di giocare venerdì 6 marzo e non sabato 7 marzo. Come a norma di regolamento, articolo 29, l’Atalanta ha chiesto. Legittimamente, sacrosantamente, ragionevolmente, considerato che il Valencia l’attende martedì 10 marzo al Mestalla e considerato che in campo, nel ritorno degli ottavi di Champions League, va l’unica squadra italiana capace di vincere all’andata. Coraggio, Lotito. Faccia una cosa degna di un Vero Laziale, all’insegna dei valori sportivi assoluti che sono alla base della sua società, nata il 9 gennaio 1900 su iniziativa del sottufficiale dei bersaglieri Luigi Bigiarelli.

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