Non siamo completi e loro sono più forti. Tutto vero, ma è il momento di fare l'Atalanta

di Fabio Gennari

Gli ultimi giorni, in casa Atalanta, sono stati quelli di un funerale annunciato. Il gruppo non è completo, giocatori che si spaccano o si fermano e altri che mandano il certificato medico e stanno a casa. Si poteva fare di più? Certo. Si può ancora recuperare? Certo.

La Dea non arriva nelle migliori condizioni possibili alla grande sfida di Supercoppa Europea contro il Real. Però c'è un momento per sottolinearlo, dirlo e scriverlo e un altro per smettere di farlo e pensare alla grandezza di cosa ci aspetta domani sera (14 agosto) a Varsavia. Guai a dimenticarlo.

Sissignori, adesso si gioca. E sarà una partita che sulla carta è segnata, contro un avversario stellare che ha una serie di campioni in rosa da far rabbrividire. Badate bene: la stessa considerazione varrebbe anche con l'Atalanta al gran completo. Con l'Atalanta di Dublino, con quella di Liverpool. Con la miglior Atalanta immaginabile. Perché mai, contro questo Real Madrid, si parte favoriti. Detto questo, si va in campo e si gioca. Sudando la maglia e cercando di rendergliela davvero complicata. Poi magari finisce 5-0, ma magari no. Giochiamocela. Senza paura.

L'Atalanta e la sua gente non devono mai perdere la propria identità. Qualcosa che il Real non conosce, non può conoscere. Perché quando i Galacticos sono venuti a vincere a Bergamo con un regalo dell'arbitro e un gol casuale nel finale, non c'era il pubblico sugli spalti. Qualcuno avrà spiegato a Mbappé e compagni cosa può fare questa squadra? Probabilmente sì, ma è giusto farglielo vedere in campo. Dal vivo. Di persona. Quindi solo una richiesta per chi scenderà in campo: fate l'Atalanta.

Sugli spalti sarà una sfida impari ma, anche in quel caso, chi potrà esserci farà l'Atalanta. Poi vada come vada, ma godiamoci la possibilità senza soffrire prima per l'eventuale epilogo. Fosse quello atteso, nessun rimpianto. In caso contrario, invece...