Il condottiero

Non sono campo e numeri a rendere unico de Roon, ma atteggiamento e leadership

Nel gruppo, il peso specifico del numero 15 olandese è enorme e sarà ancora più prezioso in questo nuovo corso che parte la prossima settimana

Non sono campo e numeri a rendere unico de Roon, ma atteggiamento e leadership
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di Fabio Gennari

Quella che inizia, per lui, sarà la decima stagione con la maglia della Dea. Un traguardo importante non solo per i numeri (il record di Bellini, 435 partite con l'Atalanta, è distante "solo" 40 gare), ma anche per quanto Marten de Roon pesa nello spogliatoio e per come la sua figura può rappresentare un punto di riferimento per il nuovo allenatore e i compagni.

In un gruppo ci sono tante dinamiche che spesso fuori non si vedono, equilibri su cui però ci si gioca davvero tanto. A livello di rendimento e di capacità di soffrire. Tutti insieme.

I giocatori forti sono sempre i primi da tenere dentro, ma durante la stagione è quello che riescono a dare tutti i ragazzi che ogni giorno lavorano a Zingonia che fa la differenza. Lo spogliatoio dell'Atalanta è una certezza e de Roon ne è il faro. Ora che non c'è più Toloi, il ruolo dell'olandese è ancora più importante. Difficile spiegare, concretamente, in cosa, ma è convinzione condivisa che la sua presenza sarà fondamentale. Quanto riuscirà a dare in campo lo vedremo, ma si tratta di un ragazzo "pesante" per tantissime dinamiche.

Nel 3-4-2-1 di Juric, l'olandese avrà ancora un ruolo da protagonista. Lì in mezzo, con Ederson al suo fianco - e vedremo chi altro - a condividere gioie e fatiche, oltre a Pasalic e all'emergente Sulemana, de Roon è destinato a una stagione da punto di riferimento ancor più importante di quella del recente passato. Non sono passaggi banali, nemmeno semplici, ma nelle corde di un ragazzo che ormai ha l'Atalanta dentro ed è destinato a restare alla Dea ancora per molto tempo. Magari con un altro ruolo perché l'età avanza, ma sempre nerazzurro.