Occasioni, giocate e gambe poco "frizzanti": il lavoro della settimana può incidere
La squadra non sembra girare al meglio, settimana scorsa ha seguito il programma di allenamento "tipo" dei periodi senza coppe

di Fabio Gennari
C'è quello che vediamo e quello che invece non possiamo vedere. Gli allenamenti, ad esempio. La scorsa settimana abbiamo ragionato sulla nuova "programmazione" del lavoro che Gasperini programmerà per i suoi ragazzi nei prossimi mesi ed è convinzione comune che l'impegno, alla fine, pagherà. Quello che non sappiamo - e nemmeno è possibile - raccontare con certezza è quanto il carico di fatica cui sono stati sottoposti i giocatori abbia potuto pesare contro il Venezia.
Attenzione, nessuna ricerca di alibi: il risultato di Atalanta-Venezia è negativo per valori e aspettative, ma non possiamo nemmeno ignorare i dettagli. Viste le occasioni fallite, le palle perse, i controlli mancati, piuttosto che gli interventi in ritardo, un dubbio sul "carico" fatto la scorsa settimana quantomeno si insinua.
Certo, l'Atalanta "vera" contro il Venezia può e deve fare meglio, ma dentro una partita ci sono tante cose che accadono o, al contrario, non accadono. Quindi bisogna tenere botta e andare avanti.
Ieri e oggi (2 e 3 marzo), Gasperini ha concesso del riposo ai giocatori, da domani pomeriggio si tornerà a spingere e chissà che il gruppo venga ancora sottoposto a un lavoro pesante e da valutare in prospettiva. La gestione tecnica è tutta in carico e sotto la responsabilità del mister, la squadra contro il Venezia ha probabilmente dato tutto quello che aveva (come ha dichiarato anche il tecnico) e il problema è proprio questo: se quello che abbiamo visto è "tutto", significa che siamo in un momento dove ci sono parecchie forze da recuperare.
Nonostante tutto credo che giocare contro di noi sia un problema x tutti vediamo dopo queste sei partite poi faremo i conti forza Dea
Guardiamo dietro!!!..altro ke dire veniamo a prendervi tutti.
Come stiamo ?.. stiamo facendo fatica altro ke guardare avanti!!!..arda de dre ke le’ mei .