Perché non riusciamo a far gol (servono pazienza e Ilicic)

È tutta una questione di scelte. L’Atalanta di Gasperini, nelle ultime tre giornate di campionato, ha dimostrato di essere in crescita costante sul piano del gioco. Tuttavia, i risultati sotto porta raccontano di soli due gol segnati (a Milano) e di tante piccole occasioni che non stupiscono in modo netto né producono chissà quali pericoli, semplicemente perché le scelte che vengono fatte in fase di finalizzazione sono spesso quelle sbagliate.
Zona rossa chiama rapidità: serve serenità. Il primo grande difetto che la Dea ha palesato nelle ultime giornate è legato alla rapidità. Di testa prima ancora che di piede. Quando arrivi negli ultimi venti metri di campo verso la porta avversaria (ecco la “Zona rossa”) devi metterci determinazione e tanta velocità: prima bisogna sapere cosa fare e poi metterlo in pratica. I tanti cambi di uomini e qualche aggiustamento tattico del mister stanno contribuendo alla fase di restaurazione della Dea e anche se non arrivano i risultati è giusto avere fiducia.
Freuler, Pasalic, Gomez e Rigoni sono elementi in grado di fare la giocata importante e Zapata sta migliorando sensibilmente il suo rendimento dal punto di vista fisico, ma la quadratura del cerchio che il tecnico sta cercando è quella tattica. Appena la squadra troverà il bandolo della matassa, oltre al gioco arriveranno anche i gol che l’Atalanta di Gasperini ha sempre fatto e che non c’è motivo per cui non possa ritornare a fare. Nel calcio non si inventa nulla e i giocatori non disimparano improvvisamente come si gioca. Bisogna avere tempo.
Zapata, Gomez e gli altri: che cosa è cambiato. Sistemata la difesa e chiuso a chiave il centrocampo, l’Atalanta in questo momento paga sostanzialmente quattro cose: l’assenza di Petagna, quella di Cristante, la spinta degli esterni e il disorientamento del Papu. Nonostante tra Zapata e l’ex centravanti ci siano grandi differenze a livello calcistico, la Dea sembra ancora andare con il pilota automatico alla ricerca degli automatismi che con Petagna venivano naturali. Se in attacco hai un regista in grado di smistare palloni spalle alla porta, gli inserimenti di Cristante e quelli di Gomez producono quasi sempre pericoli.
Cambiando due interpreti come l’ex numero 29 e l’ex numero 4, non basta inserire nello scacchiere altri uomini seppur di ottimo livello: gli automatismi non li carichi con una chiavetta usb nemmeno fosse il driver di un computer, servono settimane di lavoro soprattutto se la testa fatica a reagire dopo i sogni europei. Sulle corsie esterne non ci sono più Conti e Spinazzola, ma ragazzi più portati a coprire, è normale che vengano fatti confronti ma è quanto di più sbagliato si possa fare. Oggi ci sono Castagne e Gosens quindi va trovata una quadra con loro.
Pazienza e Ilicic: ecco le chiavi. In questa fase tutti vogliamo vincere quattro o cinque a zero contro Sampdoria, Chievo e Parma, ma è fondamentale non farsi prendere dal panico e continuare a lavorare forte. Gli spifferi in arrivo da Zingonia raccontano di un lavoro che prosegue con serenità e senza lasciare nulla al caso. Il recente spostamento di Freuler in avanti con Pasalic interno e l’avvicinamento di Gomez a Zapata sono segnali di come Gasperini stia lavorando a delle varianti sul tema, quindi massima fiducia e (speriamo) minimo tempo per vedere dei risultati.
L’anno scorso, quando le cose non andavano bene, il mister poteva attingere in panchina a una risorsa come Ilicic. Lo sloveno è in ripresa, sta praticamente rifacendo la preparazione e quindi bisogna pazientare ancora un po’. Il suo recupero è decisivo, quando hai bisogno di tecnica e inventiva per spostare i bus piazzati davanti alla porta avversaria, uno come lui è determinante. Aspettiamo quindi il suo ritorno sui livelli migliori come una delle notizie più belle per l’Atalanta e i suoi tifosi.