Positivi, quarantene, infortuni e giocatori disponibili: un po' di chiarezza in vista della Lazio
La squadra ha ripreso il lavoro a Zingonia. Anche a Roma ci saranno tante assenza, ma un paio di elementi sono attesi al rientro
di Fabio Gennari
La settimana di lavoro che porterà l'Atalanta alla sfida contro la Lazio di Sarri si è aperta ieri (18 gennaio) con il primo allenamento a Zingonia del gruppo nerazzurro. Contro l'Inter, domenica sera, la conta degli indisponibili si è fermata a sette giocatori: Zapata, Gosens, Ilicic, Malinovskyi, Hateboer, Maehle e Toloi. Le assenze sono legate a diverse motivazioni, che ci sia anche qualche positivo al Covid è abbastanza evidente, ma in mancanza di comunicazioni ufficiali su chi e quando è stato infettato, non c'è nessuna certezza.
Zapata e Gosens sono fuori per infortunio e, al netto delle voci di mercato, il colombiano è atteso regolarmente in campo alla ripresa del 6 febbraio contro il Cagliari, mentre per il tedesco l'orizzonte potrebbe spostarsi alla gara contro la Juventus del 13 febbraio. Nessuna particolare sorpresa per loro, la gestione di Zapata va anche ragionata in ottica Colombia: affrettare il suo recupero per poi magari perderlo perché convocato nelle gare che si giocheranno in Sudamerica la prossima settimana sarebbe un rischio inutile.
Per gli altri cinque indisponibili, l'unico appiglio certo lo ha fornito Gasperini nel dopo partita di domenica sera. A pochi minuti dallo 0-0 contro l'Inter, il mister ha confermato che per Roma recupereranno Toloi e Maehle. Il danese, in particolare, ha giocato e fatto gol mercoledì scorso contro il Venezia in Coppa Italia e questi due ritorni sono preziosi per le scelte che saranno fatte. Per Hateboer, Malinovskyi e Ilicic, invece, Gasperini non ha fornito nessuna indicazione: potrebbero avere problemi fisici piuttosto che essere positivi al Covid con tempi di isolamento che non permettono di tornare in tempo in vista della Lazio.
In ultima analisi, una specifica importante riguardante il protocollo che regola la partecipazione dei giocatori alle gare e, in particolare, alle trasferte. Non è il ciclo vaccinale completato o meno a definire la questione, ma il fatto di avere o no il Super Green Pass. Lo strumento, che viene richiesto per soggiornare in hotel e utilizzare mezzi di trasporto come treni e aerei nazionali (non per il bus della squadra, mentre è da capire se vale anche per i charter, che di fatto è un mezzo a noleggio privato), si ottiene con un ciclo di vaccinazione completo o con seconda dose fatta da meno di quattro mesi oppure con la recente guarigione dal Covid.
Quindi un positivo, passati i 7 o 10 giorni di isolamento che tutti gli infettati devono fare prima di verificare la negativizzazione, avrà successivamente il documento che permetterà di viaggiare come tutti gli altri. Non è vero che un "no vax" non può giocare le partite: per i calciatori professionisti si tratta di un lavoro, quindi per scendere in campo basta un semplice tampone negativo come per tutti i lavoratori con meno di 50 anni per cui non c'è obbligo vaccinale. Che giochino a pallone o lavorino al bar.