La prima di Massimo e Lissa allo Juventus Stadium

Ci sono due ragazzi che venerdì sera hanno assistito dal vivo a Juventus–Atalanta. La sfida terminata 2-1 per la Vecchia Signora, grazie alle reti di Llorente e Pirlo che hanno cancellato il vantaggio di Migliaccio, li ha appassionati, li ha coinvolti, li ha fatti perfino sognare. Non era scontato, non era semplice e soprattutto è stato qualcosa di quasi unico per due bergamaschi che erano a Torino a tifare Atalanta nonostante il divieto di trasferta.
Massimo è un ragazzo diversamente abile e Alessandro “Lissa” è stato il suo accompagnatore. Abbiamo viaggiato insieme a loro, dalla 16.30 fino alla 1.30 di notte abbiamo condiviso prima i timori per una probabile goleada e poi la soddisfazione per una gara giocata a testa altissima dalla Dea. Soprattutto, abbiamo accompagnato Massimo nella sua prima volta allo Juventus Stadium.
Il traffico meneghino e i cantieri maledetti. «Alla barriera di Milano Est vedrai che troviamo casino, serve un sacco di tempo per attraversare il tratto urbano: c’è sempre traffico, ne so qualcosa perché per questioni di cuore ho spesso percorso questo pezzo di strada. Stai sempre al centro, sembra sia tutto bloccato ma la corsia di mezzo cammina più veloce». Massimo sale in macchina a Bonate Sopra e inizia subito a dare consigli preziosi, sono passate da poco le 16.30 ma le possibilità di trovare traffico sul tratto urbano della A4 sono altissime.
Lui lavora come magazziniere, le gambe non funzionano molto bene ma la lingua, il cervello e quel sorriso sono qualcosa di travolgente. Parla di calcio, parla di donne e di molto altro e i chilometri che separano il casello di Capriate dallo Juventus Stadium diventano subito uno spasso. Arrivati a Milano, tutto è bloccato. «Non ce ne sono di storie – racconta – i cantieri e il traffico sono nemici che si presentano sempre».
In effetti fino alla barriera della Ghisolfa ci sono segni di Expo praticamente da tutte le parti, il traffico è complicato ma pian piano si inizia a camminare e quando le corsie diventano tre e la velocità aumenta inizia a trasparire tutta la sfiducia per una gara che pare segnata. «Abbiamo un sacco di assenze - racconta Massimo – non nascondo che stasera vengo per la compagnia e per vedere lo stadio ma ho poche speranze. Loro sono la Juve».
La tangenziale di Torino e il “Gate 6”. Dopo il casello che annuncia l’arrivo a Torino, Massimo continua a fungere da splendido navigatore umano fino all’uscita dello stadio. L’impianto è facilmente raggiungibile ma appena si notano i due pennoni tricolori nel buio della sera scatta la ricerca del punto giusto. «Dobbiamo andare al Gate 6, abbiamo i biglietti stampati via mail ma devono fornirci l contromarca valida e darci istruzioni per l’ingresso».
Pochi dubbi, un paio di svolte pericolose e finalmente ecco l’entrata riservata ai disabili. È proprio di fianco all’ingresso del settore ospiti che tristemente è deserto. Alessandro, l’accompagnatore di Massimo, scende dalla macchina e prepara la carrozzina: Massimo monta a bordo e nonostante il mezzo non sia dei più recenti l’ingresso allo stadio è cosa fatta.
Sono le 19.15, gli unici due bergamaschi presenti allo Juventus Stadium (biglietti omaggio regalati dalla società esclusi) si accomodano al loro posto e bastano due notifiche di Whatsapp per capire che rispetto alla postazione dietro al vetro del Comunale di Bergamo, la casa della Juventus sia tutta un’altra cosa.
«Bellissimo, veramente un sogno. Accesso semplice, una ventina di postazioni ben delimitate e al coperto con una sbarra davanti che permette anche di provare ad alzarsi per seguire meglio qualche azione. Tribuna Nord dello Juventus Stadium, veramente un gioiello anche per chi, come me, ha qualche difficoltà a muoversi». Per tutta la gara, i nerazzurri sul terreno di gioco tengono occupati Massimo ed Alessandro, al fischio finale l’amarezza è tanta ma nel viaggio di ritorno c’è tempo per analizzare una bellissima partita.
Novara Ovest, i cantieri e il prossimo obiettivo. Partiamo dallo Juventus Stadium verso le 23.30, appena usciti dal parcheggio con tutti a bordo ci facciamo guidare dal bus della Dea che in un batter d’occhio è già in autostrada. «Ada che bel, non serve nemmeno il navigatore», sussurra Massimo. In auto c’è voglia di raccontare le emozioni vissute, la prova della Dea ha dato grandissima fiducia e proprio l’amico diversamente abile insieme al Lissa vogliono sottolineare i meriti dell’Atalanta.
«Potevamo anche pareggiarla, peccato ma non ci aspettavamo una partita così. È stata una bella sorpresa, una super partita vissuta in uno stadio bellissimo. Adesso servono punti contro Sampdoria, Parma e Udinese per ripartire alla ricerca della salvezza ma con questo spirito l’Atalanta può farcela». L’analisi non fa una piega, tra un complimento a Migliaccio e Scaloni ed una sottolineatura delle parate di Sportiello ecco l’inghippo finale.
“Autostrada chiusa tra Novara Ovest e Novara Est, seguire le indicazioni”. Massimo lo aveva detto, i cantieri su questo tratto di A4 sono un disastro, ma dopo un po’ di coda riparte la marcia verso Milano nonostante qualche lumaca alla guida e un Tir ungherese che ingombra la carreggiata. Lissa sul sedile posteriore dorme insieme al collega Giacomo, Massimo non smette un secondo di raccontare il suo mondo e tra Agrate e Cavenago si inizia a pensare alla prossima destinazione. «Marassi è bellissima ma sarà per l’anno prossimo, Cesena potrebbe essere ottima visto che non ci sono barriere ma giocano di mercoledì sera. Che problema c’è? Io sono uno spirito libero, mia mamma mi dice sempre che non mi ferma nulla».
Il casello di Capriate ormai è vicino, l’amico di Bonate Sopra inizia a ringraziare tutti, ma non si rende conto che il grazie più sincero, in una serata che poteva essere unica per il risultato del campo, è quello che si deve a lui ascoltando la sua voglia di vivere nonostante una sedia a rotelle. Ore 1.35, entriamo nel cortile di casa e la mamma scende a controllare che sia tutto ok. «Signora, tranquilla, è tutto perfetto: Massimo ha visto lo Juventus Stadium ed una grandissima Atalanta. E noi abbiamo avuto il privilegio di esserci andati insieme a lui».