Quando le cose non girano, tocca all'allenatore trovare soluzioni: cosa può fare Gasp?
Il condottiero nerazzurro deve estrarre l'ennesimo coniglio dal cilindro per cercare di invertire una tendenza brutta
di Fabio Gennari
L'esempio più vicino, temporalmente e geograficamente, arriva da Stefano Pioli. L'allenatore del Milan, nel mese di gennaio, aveva perso completamente le sue certezze e da febbraio, per qualche partita, ha sistemato la squadra con la difesa a tre. A Napoli in campionato e ieri sera in Champions, sempre contro i partenopei, si è visto invece un Milan di nuovo con lo schieramento a quattro davanti a Maignan e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Un allenatore, nel momento del bisogno, prende atto delle difficoltà e trova soluzioni. Lo fa Pioli da Campione d'Italia ed è normale che lo facciano un po' tutti. Cosa può fare, dunque, Gasperini e come può intervenire per invertire un trend preoccupante che ha visto la Dea perdere la metà delle partite del girone di ritorno senza fare gol in ben cinque gare su dieci dopo che all'andata era stata solo una su diciannove?
Difficile dirlo, qualche uomo manca e poi lo stesso tecnico, pur avendo proposto in altre situazioni il 4-2-3-1, appena ha potuto è tornato alla difesa a tre. Ed è successo anche che l'Atalanta fosse prima in classifica con un gioco che pareva l'antitesi del pensiero gasperiniano.
Gli accorgimenti e gli eventuali cambi di giocatori, modulo, atteggiamento, baricentro e tutto il resto li decide solo e soltanto il mister. Quello che tifosi e addetti ai lavori possono, lecitamente, attendersi è che il miglior allenatore della storia dell'Atalanta, l'uomo capace di vincere a Bergamo 164 gare su 322 e pareggiarne altre 79 (fanno 243 gare utili), sappia estrarre l'ennesimo coniglio dal cilindro. Con gli uomini a disposizione, cercando di preservarne la miglior forma e provando a fare lo scatto decisivo verso un'Europa che sarebbe una gran cosa.