Roberto, atalantino negli Usa «Guardo la Dea a colazione»

Roberto, atalantino negli Usa «Guardo la Dea a colazione»
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Roberto è un bergamasco d’America, e porta a Lake Mary, Florida, la cartina dei viaggi di Bergamopost alla ricerca dei cuori nerazzurri in giro per il mondo. Negli Usa dal 2013 vive un trentaduenne di originario di Camerata Cornello, il suo lavoro l’ha portato prima a Zurigo e poi dall’altra parte dell’Oceano ma anche se si trova a 7842 km da quella che ritiene ancora la sua casa, Roberto segue sempre l’Atalanta.

In America il nuovo calcio con tanti ex campioni. «Sono laureato in ingegneria gestionale presso il Politecnico di Milano e lavoro per la multinazionale ABB qui in Florida, dopo aver lavorato presso lo stabilimento di Dalmine e a Zurigo. Sono da sempre atalantino, seguo l’Atalanta ovunque e comunque, e devo ringraziare tutti i portali on-line e i siti frequentati dai tifosi perché mi permettono di restare sempre aggiornato su come vanno le cose in casa orobica». Sebbene dove vive Roberto basket, baseball e football sono gli sport più popolari, il calcio rimane comunque qualcosa di attraente, che pian piano cresce. In Florida, in particolare, ora crescono gli Orlando City Soccer (nelle foto, Roberto nello stadio del club statunitense): «Qui in America il soccer sta prendendo piede, anche qui vicino ad Orlando. Nel club di Olrando è arrivato a giocare Kakà, è stato l’evento che ha interessato maggiormente l’opinione pubblica». È un mondo calcistico, quello statunitense, diverso da quello europeo, «molto più rilassato dal punto di vista di pressioni della stampa e dell’ambiente. Non ci sono ritiri pre-partita, i giocatori si ritrovano direttamente allo stadio per la gara (un po’ come il nostro calcio provinciale), c’è poco tatticismo, il livello tecnico sicuramente non è elevato e non ci sono retrocessioni. Tutti fattori che rendono tale disciplina comunque divertente, con tanti capovolgimenti di fronte».

 

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Il calcio italiano in America. Un calcio nuovo, quasi sperimentale in cui l’ingaggio di calciatori che hanno militato in Europa è una regola molto diffusa. «L’arrivo di giocatori dai campionati europei ha sicuramente incentivato gli americani ad appassionarsi un po’ ovunque: New York (Pirlo, Lampard, David Villa), Los Angeles (Gerrard, Robbie Keane), Montreal (Drogba, Donadel), Toronto (Giovinco, eletto miglior giocatore della MLS, Bradley) e Seattle (Obafemi Martins). Il campionato italiano è abbastanza seguito, soprattutto per le squadre più famose (Juventus, Milan, Inter) ma anche Napoli e Roma per via dei tanti ristoratori italiani che molti anni addietro sono emigrati in America e si sono stabiliti qui». Già, ma l’Atalanta? È conosciuta? «Ho notato con piacere che molti conoscono l’Atalanta quando mi viene chiesto quale sia il mio “team” preferito in Italia. Tutti la legano alla città di Bergamo e ad alcuni giocatori sudamericani che hanno militato da noi (argentini, colombiani, cileni, messicani)».

L’Atalanta di oggi: tanti sorrisi da campo e società. «L’Atalanta di oggi mi piace molto - continua Roberto dalla Florida -. Ho sempre apprezzato Reja come allenatore e quando è subentrato a Colantuono ero convinto che questo sarebbe stato un anno di divertimento e non di patemi o di paure. Lo scorso anno abbiamo patito la cessione di Bonaventura e la condizione fisica precaria di Gomez e Moralez. Forse c’era anche un certo appagamento generale dopo una gestione sicuramente positiva targata Colantuono».

I complimenti del ragazzo di Camerata Conrnello sono molto sentiti, nonostante la distanza Roberto dimostra di conoscere e seguire parecchio le gesta nerazzurre: «Mi piace l’approccio che ha la squadra nell’affrontare le partite e in generale l’impianto di gioco che Reja ha saputo mettere in piedi. Non posso naturalmente dimenticare il lavoro fatto dalla presidenza e da tutto lo staff dirigenziale da quando ha rilevato la società: obiettivi sempre raggiunti, talvolta con un livello di gioco più che apprezzabile, giocatori lanciati in palcoscenici importanti, ristrutturazione dello stadio, accordo con ATB per la mobilità, marketing, Atalanta Store. Ho avuto il piacere di vedere lo stadio rinnovato quando sono tornato per ferie ad agosto, in occasione di Atalanta-Frosinone. Davvero molto bello e confortevole, finalmente senza barriere in modo anche da responsabilizzare la gente che va alle partite. Un grazie alla presidenza che ha reso migliore la visione della partita nelle due tribune ma anche ai portatori di handicap, e aspetto fiducioso I lavori per le due curve».

 

 

Giocatore preferito e le partite indimenticabili. Nonostante la giovane età, il tifoso atalantino che lavora per ABB ha le idee abbastanza chiare in merito ai suoi giocatori preferiti di sempre: «Sicuramente Stromberg, poi anche Caniggia. Quello che hanno fatto lo conosciamo tutti. Per tornare ai giorni nostri, ci tengo a fare qualche nome del gruppo che ogni giorno si allena a Zingonia. Bellini è un grande per la carriera che ha fatto: trovo veramente fastidioso chi lo critica oggi. È proprio vero che non c’è riconoscenza in questo calcio. Poi de Roon per la grinta, la determinazione e l’attaccamento alla maglia e alla città nonostante sia appena arrivato; e in ultimo Gomez, l’uomo che tecnicamente ci sta facendo fare quel salto di qualità che mancava alla squadra».

 

 

Le gare più belle... Ma qual è la gara più bella che ha visto Roberto? «La partita che ho più nel cuore è Atalanta-Inter 3-1. Ero allo stadio con amici interisti ed è stata una vera goduria. Ricordo con piacere quella squadra di Del Neri, una delle migliori mai viste: segnarono Floccari e Doni con una doppietta, avevamo una difesa di ferro con Manfredini e Talamonti, Ferreira Pinto e Valdes sulle fasce, Guarente in mezzo, davvero un bel vedere. Più indietro nel tempo, dico Dinamo Zagabria-Atalanta, nella Coppa Uefa 1990-91. L’ho registrata su VHS, si tratta di un vero cimelio. Quella sera arrivò una qualificazione sofferta, ma con grande soddisfazione da parte di tutti grazie ad una squadra stoica. Me la ricordo a memoria: Ferron, Contratto, Pasciullo, Bonacina, Bigliardi, Progna, Stromberg, Bordin, Evair, Nicolini, Caniggia. Giocammo contro contro giocatori del calibro di Suker, Boban e Medford».

 

 

E quella che invece vorrebbe rigiocare? «Sono due. Il primo è lo spareggio retrocessione Atalanta-Reggina, del 2002-03. Sono sicuro che con Doni in campo sarebbe andata diversamente. Un altro rimpianto che ho è per quella semifinale di Coppa Italia con la Fiorentina nel '96, con il Bortolotti esaurito. Ero presente, davvero un gran peccato per come è andata a finire».

La Dea a colazione e il sogno europeo. In attesa del primo Natale in Florida, con 25-30 gradi di giorno e 15-20 gradi la sera, Roberto da Camerata Cornello racconta come vive le partite da casa. «Devo dire che non è così difficile vedere le partite della Dea. Grazie al fuso orario (-6 ore), se l’Atalanta gioca alle 15 la guardo mentre faccio colazione. I posticipi serali purtroppo non riesco a vederli, essendo al lavoro. Capita poi spesso che con colleghi e amici si decida di andare al mare e in quei casi seguo solo la cronaca via radio sul telefonino (in macchina e sulla spiaggia) e leggo i commenti la sera a casa». Come tutti i tifosi, anche lui ha un sogno del cassetto: «Sogno che un giorno l'Atalanta si qualifichi in coppa Uefa. Sì, la chiamo ancora così perchè non mi piace Europa League. Speriamo che questo possa essere l’anno giusto, anche se l’impresa è abbastanza complicata dati gli alti e bassi della squadra. Forse c’è ancora bisogno di un anno di assestamento. Mi piacerebbe tornare in Italia in primavera, magari all’ultima giornata decisiva per la qualificazione in Coppa Uefa. Sarebbe fantastico».