Presentato il nuovo dirigente

Samaden, Percassi e quei 15 minuti che hanno cambiato la storia di entrambi

Conferenza al Centro Bortolotti per il nuovo punto di riferimento del settore giovanile nerazzurro. Interessanti le sue prime parole

Samaden, Percassi e quei 15 minuti che hanno cambiato la storia di entrambi
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di Fabio Gennari

Ne hanno parlato più volte, sia Roberto Samaden che Luca Percassi. Quel quarto d'ora è stato descritto come il momento in cui, a Bergamo, è cambiato tutto per il nuovo responsabile del Settore Giovanile dell'Atalanta e l'amministratore delegato degli orobici. A Zingonia la società nerazzurra ha presentato oggi (4 luglio) il nuovo condottiero del vivaio e, dopo i ringraziamenti per il grande lavoro di Costanzi (che «ha comunicato la volontà di prendersi una pausa», ha detto Luca Percassi), è stato raccontato di come sia iniziato, in 15 minuti, un nuovo rapporto.

«A detta di tutti gli addetti ai lavori, Samaden è considerato il miglior dirigente di settore giovanile a livello italiano - ha dichiarato l'amministratore delegato della Dea -. Non pensavo che potesse essere disponibile a venire all’Atalanta, ci siamo incontrati e confrontati ed è nata questa opportunità: per noi questo è un annuncio che considero il più grande acquisto possibile. Una scelta che ci rende particolarmente orgogliosi. Raccoglie l'eredità di due grandi figure, lui non dice quanti lo hanno contattato quando ha deciso di chiudere con l'Inter ma il fatto che sia qui dimostra che l’Atalanta è speciale. La nostra è una terra di lavoratori, basata sul lavoro. Magari si sbaglia a non parlare tanto e si potrebbe fare una miglior promozione di noi stessi, ma non è una nostra caratteristica. Lo cercavano in Italia e all’estero, è qui con noi».

Roberto Samaden (a sinistra) e Luca Percassi

Del resto, la politica della società sul tema giovani non cambia: «Vincere dei campionati gratifica, ma il nostro approccio è sempre quello di far emergere i giocatori. La politica non cambia e nella nostra chiacchierata Roberto l’ha sposata. Ragazzi piccolini che possono arrivare in prima squadra: è il tassello da continuare a cercare. Il progetto è quello che conosciamo, se si può anche vincere benissimo, ma l'obiettivo è formare».

Conferme importanti, su questo fronte, dal diretto interessato: «Avevo già quasi fatto un’altra scelta, ma in quel quarto d’ora è cambiato tutto - ha detto Samaden -. Proprietà italiana, una famiglia di calcio. Importantissimo questo per me. L'Atalanta è arrivata per ultima a contattarmi. In famiglia ho detto che andavo a sentire la loro proposta per dovere, per correttezza. Avevo idea di fare una chiacchierata, volevo conoscere dirigenti di alto livello. In quel quarto d’ora mi hanno spiegato tanto, ho capito il sentimento che ci mettono e quello che sta dietro a questa scelta. Anche la storia di Antonio è unica, mi ha acceso qualcosa di importante».

 

Il mito di Favini, la voglia di continuare a puntare sul settore giovanile e di crescere giocatori è una spinta fortissima. «L’Atalanta per me è stata un modello, ho avuto la fortuna di lavorare con l’aiuto di Favini e nell’Inter ho cercato di portare gli insegnamenti che mi ha dato - ha continuato il nuovo responsabile del vivaio atalantino -. L’Atalanta investe e crede nel settore giovanile, qui c'è un ambiente che fa davvero la differenza. Mi piace andare sul campo, parlare con i ragazzi, seguirne la crescita anche personale e credo che loro debbano pensare a divertirsi, con noi adulti che li aiutiamo nel percorso. Dentro e fuori dal campo. La palazzina del settore giovanile, da cui si vedono tutti i campi, è qualcosa di speciale, che sognavo».

Il territorio e l'Under 23 (confermata da Luca Percassi nelle intenzioni, con ufficialità attesa dal Consiglio Federale del 7 luglio) sono stati gli altri argomenti toccati: «Qualsiasi settore giovanile, in Italia e in Europa, non può prescindere dal territorio - ha detto percassi -. Ce ne sono alcuni che sono più "produttivi" e altri meno, abbiamo condiviso la necessità di essere al passo con i tempi: non possiamo vivere solo di territorio ma dobbiamo partire esattamente dal territorio. La possibilità di fare la Squadra B è un altro fattore che ha portato alla decisione. Per me è sempre stato un sogno ed è innegabile che quel tipo di progetto è clamorosamente importante per tutto quello che sta sotto».

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