Terzo posto, società solida e allenatore di livello: la garanzia è il contesto, non il risultato
Tecnico e dirigenza si parleranno, ma bisogna avere ben chiaro che ci sono progetti e competenze, non certezze su quel che si otterrà

di Fabio Gennari
In un momento di attesa come quello che sta vivendo Bergamo sul fronte calcistico, giusto accendere la luce su diversi aspetti che, probabilmente, troppe volte passano in secondo piano.
L'Atalanta è terza in classifica (ancora una volta), non per caso e nemmeno per fortuna. Dentro il campionato che domenica (25 maggio) si chiuderà con il Parma ci sono tante cose importanti che tutto il mondo nerazzurro ha fatto. Si può sempre cercare di alzare l'asticella, certo, ma nessuno ha la bacchetta magica: non c'è garanzia di risultato, non c'è qualcosa di certo su cui puntare per arrivare a centrare gli obiettivi. Né il mercato, né altro. Si lavora, si va in campo e si cerca di vincere.
L'Atalanta ha costruito una squadra forte, per 30 partite su 38 è rimasta tra le prime tre nonostante una sfilza di infortuni che nemmeno negli incubi peggiori si potevano pensare. Perché i problemi di Scamacca, Scalvini e più tardi Kolasinc sono stati una sciagura. Soprattutto per il momento in cui si sono verificati. L'estate scorsa, se Koopmeiners non avesse iniziato a mandare certificati medici, l'Atalanta non avrebbe ceduto nessuno. E la volontà di Lookman di andarsene è stata gestita ottimamente, altrimenti a fine agosto le gatte da pelare sarebbero state due. Con il senno di poi, Koopmeiners ha chiuso dietro in classifica e Lookman ha segnato 20 gol in stagione.
Quello che può accadere sul mercato nessuno può saperlo. L'Atalanta ha l'obiettivo di migliorare sempre e le operazioni si fanno con quello spirito. A volte può andare bene, altre male. Non c'è una garanzia, si lavora per fare sempre il meglio. Ma non è scontato. Di sicuro, l'Atalanta non ha problemi di bilancio, se e dove serviranno innesti si procederà, così come, se qualcuno vorrà andare via - speriamo in modo un po' meno "grottesco" dell'olandese finito alla Juve -, si vedrà il da farsi.
La verità è che dal 2016/17 a Bergamo si sono allineati i pianeti, l'Atalanta ha scelto Gasperini e Gasperini ha lavorato per far grande l'Atalanta. È un'accoppiata che funziona, con dei fisiologici alti e bassi. Ma i due mondi si bilanciano, si completano. Non fosse così, non sarebbero arrivati i risultati delle ultime nove stagioni. A Bergamo ci sono valori importanti, guai a dimenticarlo e ad ignorare i meriti di una sinergia che, appena fuori da città e provincia, ci invidiano davvero tutti (anche se non lo dicono).