Torino-Atalanta e la certezza di Gasp: se la gamba non gira, difficile fare il solito calcio
I nerazzurri nella prima di campionato hanno dato dimostrazione di come la preparazione sia ancora da rifinire. Servirà del tempo
di Fabio Gennari
Da sabato sera, minuto 93' di Torino-Atalanta con Piccoli che insacca il gol di un 2-1 tanto prezioso quanto immeritato, la domanda è sempre la stessa: come mai l'Atalanta è stata così lontana da quella bella e scintillante che abbiamo ammirato tantissime volte negli ultimi anni? Il Torino non ha giocato una partita travolgente dal punto di vista tattico e tecnico, ma i granata, pur con poca qualità dalla cintola in su, hanno via via messo sempre più in difficoltà la formazione di Gasperini.
Eppure la squadra titolare della Dea era di tutto rispetto: Musso in porta, Djimsiti con Demiral e Palomino in difesa, Gosens e Maehle esterni a fianco di Pasalic e Pessina, mentre in avanti hanno giocato Malinovskyi, Ilicic e Muriel. Presi così, un nome alla volta, i giocatori scesi in campo per la squadra di Gasperini sono una garanzia in senso assoluto, anche senza cambi. Eppure, minuto dopo minuto, il Torino ha preso campo e ha fatto sempre più paura fino al gol del pari di Belotti.
La spiegazione è molto semplice: sul piano fisico, questa Dea non è né veloce né abbastanza lucida per sostenere quello che la testa, ormai rodata, chiede di fare. Troppe volte si sono visti i calciatori ospiti perdere contrasti, arrivare in ritardo sulle seconde palle e sbagliare anche appoggi semplici proprio per sbavature che di solito non si vedono. Nulla di anomalo, sia chiaro, perché tra Torino e Atalanta in questo momento si sono almeno tre settimane di lavoro pieno di vantaggio: Europeo e Copa America hanno restituito a Gasperini la rosa a rate e in campo si vede.
Adesso è il momento di tenere duro e cercare di migliorare il più possibile la tenuta atletica. Quando la squadra gioca palla a terra i risultati arrivano (vedi gol del 2-1) ma fino a quando non ci sarà una condizione adeguata è chiaro che le sorprese sono dietro l'angolo. Certo, recuperare ragazzi come Toloi e Freuler (in campo già sabato prossimo con il Bologna) significa ampliare la rosa dei giocatori su cui puntare e questo è un dettaglio non da poco. Lavoro, lavoro e ancora lavoro, la miglior Atalanta si vedrà presto, ma intanto se si vince è molto meglio: alla fine i punti non si misurano con meriti e sudore, vanno solo contati.