Ancora qua, un anno dopo Rendiamo l'Europa nerazzurra

Ci sono talmente tanti motivi per cui sarebbe splendido andare nuovamente in Europa che un articolo come questo non andrebbe nemmeno scritto. Ma poiché ogni tanto è anche giusto mettere i puntini sulle “i”, allora proviamo a spiegare nel modo più chiaro possibile perché l’Atalanta, sesta forza del campionato con 58 punti in classifica e un vantaggio di quattro punti sull’ottavo posto, punta dritta alla nuova partecipazione all’Europa League. Lo vogliono tutti a Zingonia, dal presidente fino all’ultimo magazziniere.
Punto primo: risultato sportivo enorme. Il calcio è prima di tutto uno sport e, come capita in tutte le discipline, si scende in campo sempre per ottenere il massimo. Dopo i 72 punti dell’anno scorso, l’Atalanta sta giocando per ripetere quella vera e propria impresa sportiva ed è ovvio che tutti, a Zingonia, siano focalizzati nella rincorsa a questo sogno. Dai giocatori al tecnico fino ai dirigenti più alti sono completamente travolti da questa nuova ondata di entusiasmo e la voglia di arrivare al traguardo è massima. Professionalmente parlando, un giocatore che per due anni arriva alla qualificazione in Europa aumenta di valore ed è gratificato dalla vetrina internazionale; un tecnico che lavora con il materiale a disposizione riuscendo a lanciare calciatori di grande livello in continuazione si merita tanti elogi; una società che parte dalla provincia e si misura con successo al cospetto di corazzate europee non può che guardare con fiducia ad una nuova avventura in giro per il continente. La proprietà e i calciatori sono consapevoli di quanto sia cresciuta l’Atalanta grazie alle otto gare giocate in Europa League e Gasperini è il primo a volerci riprovare, tanto da parlarne ogni volta che si siede in conferenza a Zingonia o allo stadio.
Punto secondo: la piazza sogna, nessuno molla. Il secondo elemento che solo un cieco potrebbe ignorare è la passione della gente. Il tifoso atalantino lo riconosci a centinaia di metri di distanza, allo stadio, da molte partite a questa parte, ci sono facce stravolte dalla gioia al fischio finale e, considerando il rapporto che la piazza ha con la squadra, è chiaro come tutti vogliano fortemente la stessa cosa. I tifosi (ma non solo loro) hanno pianto quando si è usciti contro il Borussia Dortmund, ma la voglia di riprovarci subito è enorme. La consapevolezza che se si dovrà partire dai preliminari sarà molto dura è diffusa, certamente il lavoro verrà organizzato di conseguenza, ma a Zingonia ci sono fior di professionisti che vogliono solo fare il massimo per l’Atalanta. Perché sono tutti uomini, fatti di carne e ossa, e sentono le emozioni della gente sulla pelle. Ogni giorno. La consapevolezza che se anche dovesse andare male nessuno si scandalizzerebbe (la delusione, quando hai dato tutto, la assimili meglio) è un punto di forza. E allora continuiamo, tutti insieme, a sognare.
Punto terzo: i gironi valgono oltre 10 milioni. Siccome a certi livelli il calcio è anche un business, giova ricordare che la partecipazione ai gironi di Europa League vale un sacco di soldi. Per la stagione 2017/2018 la Dea dovrebbe incassare complessivamente (tra Uefa, “market pool” e botteghini) circa 11 milioni di euro e se ormai da queste parti è cambiata la percezione del mercato viste le enormi plusvalenze compiute nell'ultimo anno e mezzo, non bisogna mai dimenticare da dove si viene: qualche anno fa, per 12 milioni l’Atalanta ha venduto Baselli e Zappacosta al Torino incassando soldi importanti per tenere in piedi il bilancio; oggi, invece, un'operazione del genere non è più necessaria. Giocare a Reggio Emilia è ovviamente scomodo, dal 2019/2020 c’è la possibilità concreta che si possa scendere in campo a Bergamo, ma intanto se vai subito in Europa League e giochi ancora al Mapei Stadium mantieni aperta una vetrina internazionale che frutta soldi (quindi puoi cedere meno) e invoglia i giocatori a venire a Bergamo (quindi puoi comprare meglio). Concentriamoci tutti sulla prossima cavalcata, adesso mancano tre gare e la Dea ha grandi possibilità di farcela: se va bene, il carro verso il paradiso si riempirà in un attimo; se andasse male, invece, pensate solo ad applaudire. Saremo molti meno ma daremo comunque spettacolo.