Il caso

A Bergamo e provincia manca la benzina, distributori Eni costretti a chiudere

La nuova ditta a cui l'ente si appoggia non riesce a consegnare in tempo il carburante richiesto

A Bergamo e provincia manca la benzina, distributori Eni costretti a chiudere
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I distributori Eni di Bergamo e provincia sono rimasti a corto di carburante da diverse settimane, tanto che alcuni impianti hanno dovuto addirittura chiudere. Per questo motivo è scattato un vero e proprio allarme benzina, che desta preoccupazione tra i titolari e i loro rappresentanti. Il problema è legato alle mancate consegne che l’azienda di trasporti, alla quale si appoggia Eni dall'inizio dell'anno, non riesce a soddisfare la richiesta, probabilmente a causa dell'organizzazione e della disponibilità dei mezzi. Un disagio per tutta la categoria ma anche e soprattutto per gli automobilisti.

«Escludendo i fermi legati all’autotrasporto, in trent'anni non è mai capitato di rimanere completamente senza carburante – sottolinea Renato Mora, presidente del Gruppo Benzinai e distributori carburante Ascom Confcommercio Bergamo e consigliere nazionale Figisc -. È da metà maggio, infatti, che Eni non garantisce un regolare approvvigionamento di carburante alle proprie stazioni di servizio di diverse province lombarde a causa di difficoltà logistiche e diversi impianti sono stati costretti a chiudere per mancanza di carburante, nonostante avessero seguito le normali procedure di ordinazione come da protocollo contrattuale. In alcuni casi ci sono stati “tagli” sui quantitativi richiesti e in altri casi addirittura la cancellazione dell’intero ordine. Non vogliamo certo entrare nel merito delle strategie imprenditoriali ne quantomeno giudicare la validità del nuovo vettore di Eni, ma al momento la situazione è molto critica e noi distributori ci troviamo senza benzina con tutti i disagi che ne derivano per noi e gli automobilisti».

Una vera e propria Spada di Damocle pende quindi sulla categoria, reduce da un periodo di crisi economica dovuto alle restrizioni ai movimenti: «Ora che la tanto attesa ripartenza era cominciata dopo lunghi mesi di sofferenza, ci troviamo a far fronte ad un’altra emergenza dovuta però ad incapacità altrui e non possiamo fare nulla – conclude Mora -. I nostri margini di guadagno sono già molto bassi e senza un alto erogato non riusciamo a coprire i costi aziendali: in queste condizioni in un weekend la perdita stimata è di circa 15 mila litri, pari a 25 mila euro di fatturato. Ma il vero problema è un altro: il servizio puntuale che viene a mancare e per questo chiediamo scusa alla nostra clientela, a cui chiediamo di portare pazienza».

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