Il ministro Bianchi

«A gennaio scuole in presenza, sui focolai decidono le Regioni», ma i presidi chiedono le Ffp2

In questi primi mesi di scuola solo lo 0,5 per cento di studenti sono risultati positivi (su 8 milioni), ma i dirigenti chiedono maggiori protezioni

«A gennaio scuole in presenza, sui focolai decidono le Regioni», ma i presidi chiedono le Ffp2
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Il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi è stato chiaro: al ritorno dei ragazzi a gennaio la scuola si farà in presenza, dato che questo punto costituisce la «chiave di volta» per il Governo. «Laddove ci sono condizioni straordinarie, con focolai isolati, i presidenti di regione e sindaci possono disporre chiusure isolate, non diffuse, e allo scopo di verificare lo stato in quel cluster» ha dichiarato Bianchi, il quale ha anche precisato in seguito che «Prima della chiusura festiva avevamo un numero di bambini e ragazzi positivi molto controllato, 0,5 per cento su un totale di 8 milioni».

Il Governo ha stanziato 5 milioni di euro per l'acquisto di mascherine Ffp2 destinato al personale delle scuole dell'infanzia, dato che fino ai 6 anni i bambini sono esonerati dall'uso della mascherina, così come per il personale che segue quegli alunni più grandi che hanno particolari problemi di salute. Altri 23,5 milioni sono stati invece stanziati per le operazioni legate al tracciamento dei positivi (nello specifico, 9 milioni a tracciamento e laboratori militari e 14,5 milioni per il personale militare).

Il ministero della Difesa ha allestito 11 laboratori in 8 regioni, allo scopo di supportare nello screening le Asl, in difficoltà per l'aumento notevole dei positivi. Fino ad adesso il personale militare ha effettuato 18 mila tamponi in 470 scuole e ci sarà un accordo tra Regioni e struttura commissariale per un programma di tracciamento, «in particolare – ha detto Bianchi - per dare certezze ai bambini più piccoli, non vaccinati».

Intanto gli operatori della scuola chiedono che si estenda l'utilizzo delle Ffp2 anche agli alunni, per avere maggior sicurezza. Misura su cui si era espresso negativamente il Cts a maggio di quest'anno, dato che riteneva potenzialmente nocivo per gli studenti il loro uso prolungato. Ad avanzare la richiesta è stato il presidente dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli: «I ragazzi che utilizzano mezzi pubblici e dedicati già dovranno indossarle per raggiungere le scuole. Poi si valuti se finire l’anno con metà allievi in presenza e metà a casa in dad».

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