Patata bollente

A Levate continua la protesta del Bailino: «I residenti? Avete solo fatto finta di ascoltarli»

Le tre richieste degli abitanti sono state prese in considerazione dal consiglio comunale, che però le ha bocciate tutte quante

A Levate continua la protesta del Bailino: «I residenti? Avete solo fatto finta di ascoltarli»
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di Andrea Carullo

Niente da fare per il Bailino. Era notizia della settimana scorsa che, dopo le diverse azioni dei residenti del quartiere per opporsi alla creazione della nuova zona commerciale denominata AT02 Bailino, l’amministrazione avrebbe discusso le richieste dei cittadini durante il Consiglio comunale del 23 gennaio, in seguito alla deposizione di una petizione di ben 376 firme contrarie al progetto.

Tale petizione verteva essenzialmente su tre richieste specifiche: la revoca della delibera di consiglio al piano di governo del territorio; l’eliminazione della strada “carrale” di collegamento dell’insediamento commerciale con il quartiere, mantenendo però quello ciclabile e pedonale; infine, l’attuazione di un tavolo di progettazione partecipata tra amministrazione comunale, proprietà e cittadini, volto a studiare il nuovo inserimento in più armonia col quartiere.

Queste richieste sono state considerate dal consiglio comunale che le ha, però, bocciate tutte e tre: la revoca della delibera è stata votata con nove voti contrari, due favorevoli e un astenuto, mentre gli altri due punti hanno totalizzato nove voti contrari e soltanto tre favorevoli.

I residenti, intorno alle 19, avevano anche organizzato un presidio in piazza Duca d’Aosta a cui hanno partecipato numerosi cittadini (circa 40) che si sono poi mostrati anche in consiglio, ma le loro speranze non si sono concretizzate.

«L’umore dei residenti adesso è molto negativo - afferma Fabio Cochis, uno dei residenti più attivi sulla tematica -, le nostre richieste non sono state prese in considerazione e non ci è stata data una motivazione soddisfacente. A mio parere c’era un clima negativo fin dall’inizio, siamo stati accolti da uno schieramento della polizia, della digos e dei carabinieri che ci hanno impedito di portare con noi in consiglio gli striscioni che avevamo fatto. Ci siamo sentiti subito intimiditi (...)

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