siccità

A marzo mancano già 2 miliardi di metri cubi di acqua. Falde (e agricoltura) a rischio

La situazione delle piogge sembra rivelarsi peggiore dello scorso anno. E attualmente le scorte idriche sono già ai minimi termini

A marzo mancano già 2 miliardi di metri cubi di acqua. Falde (e agricoltura) a rischio
Pubblicato:
Aggiornato:

Sono ben 10 miliardi i metri cubi di acqua che sono mancati in Lombardia nel corso del 2022. Tantissimi. Questi primi mesi del 2023 non indicano alcuna inversione di rotta, anzi, a mancare sono altri 2 i miliardi di metri cubi di acqua sotto forma di pioggia e di neve secondo Legambiente Lombardia, che ha analizzato la situazione delle scorte idriche da cui dipende il rifornimento di canali e campi coltivati nella regione.

Nuvole senza pioggia

L'allerta siccità viene infatti sia dalla percezione comune, perché anche in questi giorni di cielo velato la pioggia sembra ben lontana dall'arrivare - a differenza di quanto millantato dalle previsioni meteo -, sia dai dati di Arpa, che hanno registrato valori addirittura inferiori a quelli dello scorso anno. Unica nota di timida speranza è quella relativa alla situazione del lago Maggiore, che può fare affidamento su una scorta idrica più alta rispetto a quella del 2022, che dovrebbe consentire di allagare gran parte delle risaie.

Il problema della falda

Scarsità di acqua dal cielo, scarsità di acqua sulla terra. Le scorte idriche sono ai minimi della storia delle misurazioni di Arpa. In tutto, considerando sia la copertura nevosa che le acque di invasi idroelettrici e grandi regolazioni lacustri, ci sono 1,4 miliardi di mc di acqua ‘accantonata’ nella fascia alpina e prealpina, 2,2 miliardi in meno rispetto al volume medio misurato in questo periodo dell’anno. Tuttavia, nonostante la situazione sia chiara a tutti nella sua gravità, Legambiente teme che, anziché perseguire l’adattamento al nuovo contesto climatico, si inseguano modelli finalizzati alla produttività, anche a costo di aumentare la vulnerabilità della falda acquifera, in termini sia di quantità che di qualità.

A rischio l'equilibrio 

La falda, infatti, è la più grande tra le scorte idriche di cui beneficia la nostra regione, e da essa dipendono anche gli usi civili e industriali delle acque, ma deve continuamente essere alimentata. Lorenzo Baio, responsabile settore Acqua di Legambiente Lombardia cerca spiegare la questione in modo semplice: «Da sempre le forme tradizionali di agricoltura hanno governato il delicato equilibrio della falda, utilizzandone le acque per l’irrigazione, ma anche preoccupandosi di restituirle attraverso l’irrigazione a scorrimento, le risaie e i prati allagati».

Effetto devastante sull'agricoltura

Uno sconvolgimento climatico evidente, che ha un effetto devastante sull'agricoltura, come spiega Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia: «Tra anticipo del disgelo, aumento dell’evaporazione per il caldo e riduzione delle masse glaciali, la siccità ci costringe a rivedere gli ordinamenti agricoli regionali. Sempre più evidente è la difficoltà ad irrigare le colture estive, il mais in particolare, mentre dovremmo rivalutare, per l’alimentazione del bestiame, colture alternative, a partire da quelle di erbai, prati stabili e marcite, irrigate nella stagione fredda e in primavera».

Una questione complessa

Le misure da attuare per affrontare la siccità ci sono, ma devono fare i conti con la complessità del ciclo dell’acqua nel sistema della pianura irrigua. Legambiente spiega che quelli che altrove possono apparire sprechi d’acqua, quale l’irrigazione a scorrimento, le risaie allagate e la circolazione invernale nei canali sono invece modalità per rallentare il deflusso delle acque verso il mare, mantenendo imbevuti i terreni e assicurando la restituzione di acqua in falda.

Seguici sui nostri canali