Pieno centro

Albino, il Quartiere (s)Fiorito completamente sfitto è diventato una casa per gli abusivi

Il complesso residenziale fantasma ora è meta di occupazioni illegali. Una residente segnala un numero sempre maggiore di persone

Albino, il Quartiere (s)Fiorito completamente sfitto è diventato una casa per gli abusivi
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di Fabio Gualandris

A distanza di ormai cinque anni, torniamo a parlare del “Quartiere Fiorito” di Albino. Quasi tutto tace sul ripristino del complesso residenziale fantasma in pieno centro tra Albino capoluogo e la frazione di Desenzano, tra viale Libertà e via Roma, a due passi dal municipio.

Ma c’è vita. Ce lo confida una cittadina residente nelle vicinanze che ci segnala la presenza di occupazioni abusive. Dalla finestra di casa sua, vede la presenza in numero sempre maggiore di persone che, nonostante l’area delimitata con recinzioni da cantiere, entrano ed escono attraverso varchi da loro aperti.

La storia

Il quartiere, edificato negli anni Settanta del secolo scorso, è costituito da sette palazzine (tre da cinque piani fuori terra e quattro da quattro) dotate di autorimesse al piano terreno raggiungibili da percorsi interni al parco che completa l’area. Il quartiere era destinato esclusivamente alla civile abitazione, settantasei le unità abitative presenti. Tuttora la situazione strutturale degli edifici è buona, coperture in lamiera incluse, unico limite la quasi tutale assenza di ascensori.

Negli anni precedenti l’ultima grande crisi, la proprietà valutò l’idea di ripensare l’intera area, quindi non rinnovò i contratti d’affitto ai residenti. Ben presto gli edifici si svuotarono ma l’idea progettuale rimase sulla carta.

Il perché è presto spiegato. Con lo scoppio della crisi finanziaria internazionale del 2007 il sistema finanziario italiano non subì grossi danni poiché le banche italiane erano relativamente poco internazionalizzate e avevano in portafoglio basse quantità di titoli tossici, ma nel settembre dell’anno successivo, ci fu il fallimento della Lehman Brothers, crisi che toccò profondamente l’Italia; la sperimentammo anche nei nostri paesi, sia a livello lavorativo che d’investimenti.

Per citare qualche esempio locale, Albino pagò la crisi con il fallimento del Cotonificio Honegger (...)

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Commenti
Marcello

Massimo, abbattere edifici ha un costo notevole. Il privato lo sostiene solo se dopo può costruirci sopra. Abbattere e basta non può essere che un costo a carico della collettività. Tu pagheresti per questo? Io no.

Massimo

C'è poco da fare. Gli edifici inutilizzati vanno abbattuti, altrimenti si riempiono di scarafaggi.

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