ad agosto gli scavi

Alla scoperta del castello di Teglio (oggi sepolto): il progetto di UniBg, Comune e Ministero

Del sito medievale è visibile solo la "Torre de li belli Miri". Il 7 maggio, a Palazzo Besta, la presentazione pubblica del progetto di ricerca e valorizzazione

Alla scoperta del castello di Teglio (oggi sepolto): il progetto di UniBg, Comune e Ministero
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Teglio è noto per essere uno dei luoghi più importanti della Valtellina. Del suo castello medievale oggi resta solo la “Torre de li belli Miri”, che potrebbe sorgere nel luogo di un precedente castrum di epoca romana, sede del potere civile e religioso a capo di una circoscrizione amministrativa e militare. Tuttavia, questo sito non è mai stato al centro di specifici studi scientifici, a differenza invece di quanto avvenuto per altri castelli della valle.

Per ovviare a questa mancanza e valorizzare la storia di questo luogo, l’Università degli Studi di Bergamo, il Comune di Teglio e il Ministero della Cultura hanno unito le forze, avviando un ambizioso progetto di ricerca. «Teglio ha un territorio straordinario, ricco di arte, cultura e storia, ma il sottosuolo cela ancora molti misteri – sottolinea il sindaco Elio Moretti -. L’amore per il nostro territorio è alla base delle scelte fatte dalla mia Amministrazione da tempo: la volontà di riappropriarci di palazzi storici, di forgiare gli acronimi Teglio Arte Cultura/di Natura Storia e la necessità di creare un ponte tra passato e futuro per le nuove generazioni. Sono sicuro che potremo proseguire con le ricerche e fare di Teglio la capitale dei ritrovamenti di reperti storici e di scavi archeologici tra i più importanti in Valtellina».

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In attesa dell’inizio degli scavi, sabato 7 maggio, alle 14.30 a Palazzo Besta, gli studiosi coinvolti nelle ricerche presenteranno al pubblico i risultati preliminari delle indagini e gli obiettivi del progetto archeologico, che intende riportare l’attenzione sul passato di Teglio come “capitale della montagna”.

«Negli ultimi anni l’Università di Bergamo sta operando con sempre maggiore decisione nell’ambito della valorizzazione dei beni paesaggistici, archeologici e ambientali della montagna lombarda, in particolare della Valtellina – spiega Riccardo Rao, professore di Storia medievale e di Storia del Paesaggio –. Il castello di Teglio ci è parso fin da subito un contesto straordinario per applicare tecnologie d’indagine archeologica all’avanguardia, che abbiamo sperimentato con successo negli ultimi mesi. I risultati sono estremamente positivi e ci incoraggiano a proseguire nelle ricerche».

Già la scorsa primavera, infatti, era stata avviata una campagna d’indagini con droni e georadar, condotte dall’Università di Bergamo e dirette dal professor Rao e da Federico Zoni, archeologo e assegnista di ricerca. «Si tratta di prospezioni geofisiche realizzate con strumentazione georadar, di rilievi multispettrali della vegetazione e di studi dei materiali da costruzione della torre medievale che hanno portato a una prima cronologia dell'edificio – specifica il dottor Zoni -. I risultati, che verranno presentati domani, hanno confermato l'alta potenzialità del sito di Teglio, la quale ci ha indotti a richiedere un’apposita concessione ministeriale per scavi archeologici saranno avviati ad agosto».

L’applicazione di queste sofisticate tecnologie ha permesso di riconoscere alcune “anomalie” caratteristiche, che sono generalmente associate alla presenza di resti archeologici. Per verificare queste anomalie sono stati realizzati sondaggi mirati, condotti dall’archeologa Chiara Marveggio, che hanno confermato la presenza di muri e strutture sepolte e ancora conservate nell’area attorno alla torre. Gli scavi, che saranno visitabili da parte di cittadini e turisti, vedranno impegnati ricercatori e studenti e serviranno a ricostruire la storia del castello di Teglio, dalla sua fondazione all’abbandono.

«Poter lavorare in un contesto di così spiccato interesse storico è sempre un privilegio, soprattutto avendo già avuto occasione più volte in passato di confrontarmi con la ricchezza del suo patrimonio archeologico, che attesta la continuità di frequentazione del territorio dall'epoca preistorica ai giorni nostri – conclude l’archeologa Marveggio -. Le recenti indagini hanno avuto la duplice finalità di iniziare a riscoprire l'importante sito del castello e, al tempo stesso, partendo dal cuore del paese, sensibilizzare la comunità locale alla valorizzazione delle proprie origini».

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