tante questioni aperte

All'ospedale di Ponte San Pietro rischia di chiudere il punto nascite (e non è l'unico problema)

I troppi pochi parti hanno messo in allarme le operatrici del Nido. Questo, secondo la Rsu Cisl, rappresenta però solo la punta dell'iceberg

All'ospedale di Ponte San Pietro rischia di chiudere il punto nascite (e non è l'unico problema)
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Il numero di nuovi nati in Bergamasca è sempre più basso - in generale - e questa tendenza rischia di portare il Policlinico di Ponte San Pietro a chiudere definitivamente il suo Punto nascite.

La notizia è quella che più sta spaventando i cittadini del circondario, soprattutto quelli che fanno riferimento a questo presidio perché altri risultano molto lontani, come per coloro che risiedono in Valle Imagna, per esempio.

Eppure, secondo quanto riferito dall'Rsu della Cisl dell'ospedale, questo non sarebbe l'unico problema, anzi. 

I tanti problemi

Il sindacato spiega come dalla primavera del 2022 «sono stati ridotti gli orari di servizio, con conseguente perdita della retribuzione e della contribuzione, alle Audiometriste e ai Massofisioterapisti». Aggiungono: «È stata poi la volta del mancato rispetto dell'accordo sui contingenti minimi di copertura dei reparti, sempre da parte della Direzione sanitaria e della Direzione operativa del Policlinico. Ad ogni weekend si calcola il contingente del personale in turno, in base al numero dei letti occupati, nonostante un pronto soccorso aperto e funzionante e che gli accreditamenti con il Ssr sono per il numero dei letti complessivi e non solo per quelli occupati».

Arriva anche la chiusura del Cup per le prenotazioni ordinarie, senza carattere di urgenza, in presenza al pubblico. Le prenotazioni si fanno on line, al Cup telefonico e presso le Farmacie. Questo crea un disservizio per la popolazione anziana e per chi è poco avvezzo ai sistemi telematici, ma anche soltanto per chi , uscendo da una visita, si ferma direttamente per prenotare.

Due i principali

A tutto questo, ora si aggiungono due nodi importanti: uno è il Punto Nascita, come anticipato, e l'altro il Dh Oncologico.

«Sul Punto Nascita i rumors si rincorrevano da tempo e finora sono sempre rientrati, o almeno taciuti», si legge nel comunicato dell'Rsu, che spiega come inizialmente siano stati lanciati allarmi sulla difficoltà a reperire le Ostetriche, ora invece è la difficoltà di trovare specialisti Ginecologi disponibili a fare i turni di guardia. Sottolineano: «La Direzione Operativa, non ha mai comunicato alle rappresentanze sindacali aziendali, i soli 501 parti del 2023; lo si è appreso dalla stampa, e questo la dice lunga sulla considerazione, all'interno dell'azienda, delle rappresentanze e dei dipendenti stessi».

Manca la Terapia intensiva

Sarebbero quindi state le stesse operatrici del Nido ad avvisare i sindacati dei pochissimi parti e della chiusura delle prime visite ostetriche. «Se però non arrivano visite ostetriche, non arriveranno nemmeno le mamme a partorire, quindi neonati da accudire - fanno notare -. Da lì siamo partiti, con il sollecitare la riapertura delle agende». Continuano: «Penalizzante anche il non aver mai investito negli anni, aprendo una Terapia intensiva neonatale; giustamente le famiglie vogliono sentirsi il più sicure possibili quando nasce il loro bambino».

L'accorpamento dei day hospital oncologici

Per quanto riguarda il day hospital Oncologico, il problema sta nella sua progressiva riduzione oraria fino all'attuale trasferimento al Policlinico San Marco di Zingonia, con il relativo disagio dei malati oncologici e di chi li accompagna per le terapie. Per ora, l'accorpamento delle oncologie è previsto fino a settembre e giustificato dalla necessità di permettere la fruizione delle ferie.

Spiegano dal sindacato: «La criticità del servizio sta nella difficoltà di reperire medici specialisti oncologi, in un periodo dove le malattie oncologiche aumentano a dismisura, soprattutto nei giovani. L’attenzione è massima, anche se molto dipenderà dal trovare oncologi; certo si tratta di un settore molto delicato e importante e avere il centro oncologico vicino a casa fa la differenza per il malato. Su questi temi poca è stata la collaborazione delle Direzioni operativa e sanitaria».

Una speranza

Ci sono però anche notizie che lasciano ben sperare. Si tratta della decisione di proseguire nella ristrutturazione degli ultimi lotti della struttura che sono ormai obsoleti e poco funzionali, per un investimento di circa dieci milioni di euro. L'Rsu: «Questo ci fa ben sperare in una ripresa di attività e di attrattività di professioni medico-sanitarie del nostro Policlinico, tornando quindi ad erogare un valido e sempre più performante servizio al cittadino e al territorio. La battuta di arresto dei lavori di ristrutturazione e di ampliamento ci aveva preoccupato».

Commenti
Marino

@paolo perché mangiano male e bevono peggio e non fanno più nessuno sport che non sia scrollare il telefono compulsivamente. Per il resto alzate gli stipendi al livello degli altri paesi europei e vedi come tornano le nascite. Ah già, gli altri paesi non hanno mezza popolazione da mantenere…

Francesco Giuseppe

Osceno. Per quanto riguarda la chiusura del CUP, con prenotazioni solo on line o telefoniche, questo è già stato fatto dal "grande" ospedale Papa Giovanni di Bergamo,che non permette di prenotare una ulteriore visita uscendo dauna visita effettuata, cone per esempio la mammografia. Sempre solo con interDet. È uno schifo essere schiavi dei computer e non piter parlare con le persone dell'ospedale, all'ospedale!

Andrea

chiudono i reparti,riducono il personale sanitario ed amministrativo,bilanci ricchi di note spese e voilà la sanità privata eccola qua.

Paolo74

Perché le malattie oncologiche tra i giovani crescono a dismisura ?

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