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Ambulanze e campane, Flavio Moro in un libro dà voce al Grande Silenzio del Covid

Un memoir di oltre 200 pagine racconta lo smarrimento e l'immane tragedia del 2020 in Val Seriana. Un racconto intenso, nel quale è impossibile non immedesimarsi.

Ambulanze e campane, Flavio Moro in un libro dà voce al Grande Silenzio del Covid
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di Giambattista Gherardi

Un racconto efficace, che unisce all’intensità di un comune vissuto “il Grande Silenzio” dei giorni più duri della pandemia in Val Seriana. È in distribuzione da alcuni giorni in Val Gandino il nuovo libro dello scrittore Flavio Moro di Casnigo (foto di apertura), che in oltre duecento pagine racconta lo smarrimento del 2020, quando al posto della primavera arrivò nei nostri paesi la tragedia del Covid 19.

Con il suo stile narrativo delicato ma incisivo e, soprattutto, dopo la sua personale esperienza in quei giorni, Moro ha saputo mettere nero su bianco sensazioni che rimarranno per sempre dentro ciascuno di noi. Molti hanno provato a ricordare l’esperienza della pandemia attraverso pubblicazioni più o meno riuscite che, spiace dirlo, in qualche caso hanno più speculato che raccontato. «Non ho la pretesa di descrivere la pandemia del 2020, - scrive Moro nella premessa - né di giudicare gli episodi che l'hanno caratterizzata. La mia intenzione è quella di raccontare come l'ho vissuta da dentro, cioè come appariva una fetta di mondo ai miei occhi mentre lo osservavo con uno sguardo completamente diverso rispetto a quello con cui, per oltre mezzo secolo, avevo indagato e percepito la vita che mi scorreva attorno. Da allora il mondo stesso appare diverso per tutti. Qualcosa lo ha irrimediabilmente cambiato».

Flavio Moro

Il racconto coinvolge e appassiona, prendendo le mosse da un gruppo di amici che al bar del paese accenna con distacco alle prime notizie dalla Cina. «Il silenzioso protagonista di questa storia – scrive ancora Moro - è arrivato come il personaggio di un libro: circondato da un alone di mistero. Quando se ne parlava, all'inizio, non veniva quasi mai evocato con quel suo nome un po' difficile da mandare a memoria, tant'è che la gente lo descriveva in modo vago. Quel coso là, sì, quel virus che è nato in Cina e che sta facendo tanto rümùr. C'è stato un periodo, nei primissimi mesi del 2020, nel quale era facile sentire simili discorsi per strada, in piazza, tra i vicini affacciati ai balconi, al mercato del giovedì mattina, specialmente tra i tavoli dei bar di paese. A dire il vero, quei discorsi erano anche i miei, contenevano argomenti avulsi dalla vita di ogni giorno e ci scherzavo su, non direi con gusto, piuttosto con l'ignoranza che accomoda la realtà. Poi è successo tutto ciò che sappiamo, un marasma di drammi e di tragedie che adesso mi fa un po' meno ignorante e, col senno di poi, provoca sensi di colpa».

Ecco allora le sirene delle ambulanze che si sovrappongono al suono delle campane, al vuoto delle strade e alla smarrita apprensione nelle case. Il racconto di Flavio Moro è un crescendo di sensazioni nel quale ciascuno, in Val Seriana, non può che immedesimarsi. C’è l’esperienza personale dell’autore (costretto al ricovero nel marzo 2020), ma anche il ricordo di quanti, a Casnigo come altrove, non ce l’hanno fatta: l’arciprete don Giuseppe, l’amico Santino dedito ai ciclisti, Jimmy che ottenne da Ancelotti la maglia del Milan per l’amico disabile, Emiliano fotografo creativo, Dario colonna dell’Oratorio e Cristian, morto dopo mesi di lotta, purtroppo inutile, a soli 34 anni.

Il ricordo di don Giuseppe Berardelli e di alcuni volontari affidato ad uno striscione all'Oratorio di Casnigo

Uno spaccato sensibile di grande umanità finito anche sui maggiori media mondiali. «Quando arrivò a casa mia l’ambulanza per il ricovero in ospedale - spiega Moro - c’erano due accompagnatori con telecamera e macchina fotografica. Scoprii che si trattava di Fabio Bucciarelli, reporter incaricato dal New York Times (fu autore della foto di Gheddafi morto in Libia), e Francesca Tosarelli, giornalista e fotoreporter che successivamente avrebbe collaborato ad un’intervista a Moro trasmessa dal canale ARD1 della tv pubblica tedesca. Divenni mio malgrado famoso».

L’edizione del libro (che porta in copertina una foto di Eras Perani) è stata patrocinata dal distretto de “Le Cinque terre della Val Gandino” che unisce i comuni di Gandino, Leffe, Casnigo, Cazzano S. Andrea e Peia. Il volume è disponibile presso “La Stilo” edicola a Casnigo, New Day edicola a Cazzano S. Andrea, Antica Fontana edicola e Gyl cartoleria a Gandino, Lanfranchi Lilia edicola a Leffe e Bar Latteria Zenucchi di Peia. C’è la possibilità di acquistarlo anche presso “Libreria Alessia” di Fiorano al Serio e Tabaccheria Perletti a Gazzaniga.

Memoria funebre al cimitero di Casnigo nel giugno 2020

«Il testo - conclude Moro - offre al lettore il senso di speranza che mi ha comunque accompagnato per tutto il periodo. Con le parole, insomma, ho fatto il possibile per gettare un po' di luce dove ce n'era davvero poca, perché di questo abbiamo bisogno: capire dove poggiare i nostri piedi stanchi, rintracciare il percorso smarrito. Tornare a osservare la realtà con occhi antichi, inseguendo ciò che dona fiducia e conforto. Pur nella nostra fragilità, nella nostra profonda inadeguatezza, siamo uomini, e come ho scritto nel penultimo capitolo sono convinto che l'essere umano non abbia quattro zampe proprio perché è fatto per alzarsi. Una volta in piedi, ha anche la forza di sollevare lo sguardo e sfidare il picco di una montagna. “Il Grande Silenzio” è la storia della mia arrampicata, vissuta tra capitomboli e speranze rinnovate».

Un libro da leggere, dedicato «ai morti e ai sopravvissuti, ai medici e agli infermieri, ai volontari, alla mia famiglia. A tutti coloro che hanno combattuto: non contro l'uomo, ma per l'uomo». Perché nessuno potrà mai dimenticare.

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