Finalmente apre la variante di Zogno! Siamo fuori dal tunnel o stiamo per entrarci?
Sarà vera gloria? C'è chi ritiene che il problema delle code finirà per rimanere. Il tallone d’Achille è il tappo alla Grotta delle Meraviglie
di Giambattista Gherardi
“Siamo fuori dal tunnel” diceva il brano che ha portato al successo il rapper barese Caparezza, ma è anche l’auspicio di tanti automobilisti abituati a percorrere incolonnati le strade della Valle Brembana. A dire il vero, tutti nel tunnel sperano di poterci finalmente entrare, dopo che la Provincia ha ufficializzato per il prossimo lunedì, 8 novembre, l’apertura al traffico della celeberrima Variante di Zogno, che bypasserà (grazie a un tracciato in quota di circa 4,4 chilometri e due distinte gallerie) il centro di Zogno e lo svincolo di Ambria, per giungere alle porte di San Pellegrino Terme, dove l’azienda omonima procede con il cantiere per il nuovo accesso con ponte e arcate.
Per la giornata inaugurale non sono previste cerimonie e bottiglie di spumante, probabilmente già esaurite anni fa, quando alla caduta degli ultimi diaframmi e in vista delle elezioni provinciali e regionali ci furono trionfali presentazioni in favore di telecamere e taccuini.
La Variante di Zogno (primo progetto approvato a fine 2009 e appalto assegnato all’Itinera di Tortona nell’agosto 2010) doveva essere il toccasana per la viabilità vallare, la madre di tutte le battaglie contro code e ingorghi tuttora all’ordine del giorno per pendolari, studenti, turisti ed escursionisti. È stata invece un susseguirsi di intoppi e rinvii, di proclami e silenzi imbarazzati. A posteriori suonano quantomeno azzardate le affermazioni del 2010 sulla prima pagina del notiziario zognese del Carroccio: «La Lega Nord ha lavorato e utilizzato tutte le proprie risorse presenti nell’intera filiera governativa (Comune, Provincia, Regione e Governo) riuscendo in un’azione congiunta tra tutti i suoi esponenti, a ottenere i finanziamenti necessari (...). Pur di rispettare gli impegni presi con la Val Brembana, il presidente Ettore Pirovano era disposto a mettere in gioco la sua ricandidatura in Provincia», così come l’annuncio del 2013 di Jonathan Lobati (oggi presidente della Comunità Montana) che nel 2013 annunciava in un post «...mancano solo 600 metri».
Dal 2014 (quando il cantiere fu chiuso) di lavori alla variante nemmeno l’ombra sino al 2019: l’anno prima erano arrivati i 33 milioni di euro della Regione per poter ripartire e arrivare all’inaugurazione (toccate pure ferro) del prossimo 8 novembre. Il conto complessivo ammonta a circa 76 milioni di euro, di cui 61 stanziati dal Pirellone nell’arco di una decina d’anni. Fra numeri, date e “tifo” politico, resta però sul tavolo una domanda: sarà vera gloria?
Eh sì, perché ai messaggi carichi di speranza diffusi in questi giorni da enti locali, partiti e movimenti, Confindustria, Confartigianato e Ascom, si aggiungono i timori di chi ritiene che forse il problema delle code finirà per rimanere. Il tallone d’Achille non sarebbe il tunnel in sé, ma l’allestimento dello svincolo sud che avrebbe il torto di non eliminare il “tappo” delle Grotte delle Meraviglie. «Dopo le forche caudine della zona Dalmine-Villa d’Almè e del rondò di Arlecchino - spiega un pendolare - il punto nodale per le code in senso ascendente resta la fine del viadotto di Sedrina, quando la carreggiata torna a essere a un’unica corsia, con l’aggiunta dell’immissione a destra di quanti provengono dalla Val Brembilla e dall’abitato di Sedrina, usato come “scorciatoia”. (...)