La sentenza

Arcene e Castel Rozzone, il tar boccia le misure anti slot

I sindaci della Bassa preoccupati per le misure contro la ludopatia, che la sentenza mette in discussione

Arcene e Castel Rozzone, il tar boccia le misure anti slot
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Ha fatto discutere la sentenza del tar della Lombardia, chiamato a pronunciarsi in merito alle misure contro la ludopatia prese da tempo dai due comuni di Arcene e Castel Rozzone. Il tribunale regionale ieri (lunedì 8 giugno) ha infatti bocciato le ordinanze delle due amministrazioni locali, che disponevano lo spegnimento dei videopoker in certi orari della giornata (dalle 7.30 alle 9.30, dalle 12.30 alle 14.30, e dalle 23 all’una di notte).

In questo senso i giudici hanno accolto il ricorso portato avanti dai gestori Fratelli Gambardelli di Bergamo, assieme all’avvocato Massimo Piozzi: «Se non c’è un’emergenza sanitaria legata alla ludopatia non si possono contingentare gli orari dei videopoker» è stata la motivazione della sentenza. Infatti su 2800 abitanti, a Castel Rozzone ne sarebbero in cura solo 3, anche se i rappresentanti dei comuni spiegano come molte persone non chiedano nemmeno aiuto per il loro problema.

Questa decisione preoccupa i sindaci della Bassa, dato che in diversi comuni sono state adottate misure simili, come a Caravaggio, Canonica, Fara d’Adda, Pognano, Spirano e Lurano e ora rischiano di essere revocate: «In maniera del tutto sorprendente il Tar, pur non negando in teoria la competenza dei Comuni a disciplinare gli orari del gioco, in concreto finisce per svuotarla del tutto - hanno dichiarato in un comunicato i comuni facenti parte dell'ambito - Le sentenze preoccupano, poiché rappresentano una involuzione nel cammino che ha portato oramai da tempo la giurisprudenza amministrativa a riconoscere in capo ai Comuni, per finalità di prevenzione della ludopatia, il dovere di intervento per regolamentare le attività di gioco».

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