Uniacque

Arriva la pioggia, ma l'acqua non basta. «Non c'è allarme, ma usiamola bene»

I serbatoi sono al limite soprattutto a causa dell'inverno senza neve e serve buon senso nell'uso

Arriva la pioggia, ma l'acqua non basta. «Non c'è allarme, ma usiamola bene»
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di Wainer Preda

«Non c’è allarme, ma parliamo di attenzione. Perché se continua così potrebbe diventare un problema». Pierangelo Bertocchi, amministratore delegato di Uniacque, è un uomo con i piedi per terra. La carenza d’acqua e la siccità finite su tutti i giornali sono, secondo lui, fenomeni da guardare con raziocinio. Analizzare e provare a porre rimedio anche con gesti semplici e quotidiani da parte di tutti.

Bertocchi, in queste ore arriva la pioggia, basterà?

«Dipende. Le sorgenti hanno un tempo di ricarica molto diverso a seconda di quanto vanno in profondità, del tipo di terreno, di assorbimento, del tipo di acqua che scende».

In che senso?

«Nel senso che gli acquazzoni non servono a nulla: l’acqua invece di penetrare nel terreno scappa via, fa inondazioni e danni. Le bombe d’acqua non servono e danneggiano il territorio. Gli allagamenti finiscono nelle cantine, non nelle sorgenti. L’ideale invece sarebbe che piovesse moderatamente, per cinque giorni. In modo che non si perda l’acqua e penetri nel sottosuolo, ricaricando le sorgenti».

Le nostre sorgenti sono in grado di reggere?

«La sorgente Nossana, la più importante, viene alimentata attraverso rocce carsiche. L’acqua penetra in fretta e ne penetra anche tanta. Nella Bassa Bergamasca, invece, dove i terreni sono argillosi, penetra pochissimo. È vero che lì abbiamo la falda, ma prima che l’acqua la raggiunga passano giorni, mesi».

Ci sono zone della Bergamasca già in sofferenza?

«Siamo al limite sulle sorgenti piccole. I primi a soffrirne sono soprattutto i comuni di montagna. Ne abbiamo individuati con una comunicazione preventiva 61. Parrebbe assurdo, visto che si trovano in montagna. Ma le sorgenti lassù sono piccole: non è piovuto, non è nevicato e non hanno riserve. E le sorgenti sono andate in sofferenza. Asciutte, per fortuna, non ne abbiamo alcuna. Ma certamente c’è preoccupazione. Abbiamo invitato sindaci e cittadini a risparmiare l’acqua e il risultato, devo dire, c’è stato».

Secondo lei, siamo vicini al punto critico?

«Non parliamo d’allarme. Gli allarmi non producono nulla di buono. Sono persino controproducenti. Mandano solo in agitazione i cittadini che a quel punto cercano di approvvigionare acqua in tutti i modi. A noi invece interessa che l’acqua sia usata in maniera parsimoniosa. La poca acqua che c’è usiamola bene».

I nostri bacini quanto possono resistere?

«Difficile dirlo. Nelle nostre tre principali sorgenti - quelle del Costone, di Algua e la Nossana - non siamo al minimo del rilascio storico, per fortuna. Sono quelle che ne risentiranno meno. Ma ci sono alcuni fattori da considerare».

Quali?

«Anche il 2016, per esempio, era stato un anno difficile. Ma poi è arrivata la primavera ed è piovuto. Quest’inverno invece è nevicato pochissimo, la primavera è arrivata, le temperature salgono, ma finora è piovuto piove. Sono congiunture negative che si stanno sommando».

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