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Associazioni ambientaliste e cittadini al Governo: «Aeroporto di Orio, crescita esasperata»

Denunciano la mancanza di pianificazione nello sviluppo, l'assenza del piano di zonizzazione acustica e l'erosione della cintura verde

Associazioni ambientaliste e cittadini al Governo: «Aeroporto di Orio, crescita esasperata»
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Totale mancanza di pianificazione nello sviluppo, una valutazione d’impatto ambientale costantemente disattesa, assenza di un piano di zonizzazione acustica, continua erosione della cintura verde di Bergamo. Sono alcune delle principali criticità sollevate da Italia Nostra, Legambiente e da altri comitati e associazioni cittadine per denunciare la crescita esasperata dell’aeroporto di Orio al Serio.

Le problematiche sono state portate all’attenzione del premier Mario Draghi e dei ministri Roberto Cingolani (Transizione ecologica), Enrico Giovannini (Mobilità sostenibile) e Dario Franceschini (Beni, attività culturali e turismo) grazie a una lettera in cui si sottolinea come il l’aumento del traffico aereo sia ormai fuori controllo, con pesantissime ricadute sull’ambiente e sulla qualità della vita di chi abita nelle vicinanze dell’aeroporto.

«E quello che rammarica di più è che la società che gestisce lo scalo (Sacbo ndr) – evidenziano - a prevalente partecipazione pubblica e management di estrazione politica, ha fin qui operato in totale difformità dalle enunciazioni fatte dai massimi esponenti dello Stato».

La posizione critica dell’aeroporto

L’aeroporto è «collocato dentro la città – si legge nel documento inviato a Roma - a 3 chilometri dal centro cittadino, a poche centinaia di metri dalle prime abitazioni, con almeno 30 mila persone finite in fascia di rispetto aeroportuale, dove scuole, asili, ospedali, case di riposo, luoghi di aggregazione sociale subiscono un’entità di rumore pari ad almeno 20 volte quella che l'Oms considera la massima sostenibile. Un aeroporto pressoché al servizio di Milano (80% degli utenti) ma con tutto l'inquinamento che ricade sulla città di Bergamo e sui comuni limitrofi».

Condizioni diametralmente opposte rispetto alla direzione che l’Italia pare intenzionata a percorrere in materia di transizione ecologica e sviluppo sostenibile. «Prima viene la salute e poi viene il Pil», ha dichiarato il ministro Giovannini.

Residenti e associazioni preoccupati

La ripresa del traffico aereo preoccupa non poco chi abita nel circondario dell’aeroporto, soprattutto alla luce delle decisioni prese dalla politica locale. Tra queste l’approvazione dell’installazione di un nuovo radiofaro che eliminerà 600 tra piante e il progetto per il treno che collegherà Bergamo con Orio al Serio, Un’infrastruttura fortemente osteggiata dai residenti di Boccaleone, che taglierà in due un quartiere storico della città e che, calcolatrice alla mano, pare che difficilmente possa reggersi in piedi sotto il profilo economico.

«Una ferrovia che viene giustificata per la fretta di realizzarla entro l’inizio dei giochi olimpici invernali del 2026 e che consumerà in modo irreversibile una vasta area del nostro territorio, a vantaggio di chi – prosegue la lettera -. La totale priorità al Pil a scapito della salute e della sicurezza delle persone smentisce totalmente le affermazioni del premier Draghi».

La presenza di un collegamento ferroviario è legata anche prospettive di crescita ulteriore per l’aeroporto. Tuttavia, secondo un rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente, «un aereo passeggeri emette in media 285 grammi di anidride carbonica per chilometro per ciascuna persona trasportata, un’auto fra 42 e 55 grammi al chilometro per persona. «Le emissioni derivanti dal trasporto aereo sono cresciute quasi del 130 per cento nell’ultimo ventennio – sottolineano i cittadini -. Queste percentuali rappresentano il ritmo di crescita più rapido dell’intero settore trasporti. Nonostante l’evoluzione tecnologica dei nuovi velivoli, che consente una riduzione nel consumo di carburante, si prevede che nel 2050 le emissioni degli aerei saranno da 7 a 10 volte più alte dei livelli del 1990».

Nella lettera si osserva come la crescita dell’aeroporto abbia violato tutti i parametri previsti dal piano in vigore, ampliando a dismisura la popolazione esposta a vincolo aeroportuale. La Valutazione di impatto ambientale del 2003 indicava come limite di sviluppo dello scalo le 6.174.000 unità di traffico e vincolava l'approvazione del piano di sviluppo all’adozione di un piano di zonizzazione acustica che, dal 2004, avrebbe dovuto essere rinnovato ogni due anni. «Ad oggi la zonizzazione acustica è ancora in alto mare nonostante sentenze del Tar e del Consiglio di Stato che risultano colpevolmente inapplicate. Ciononostante, lo scalo ha continuato a svilupparsi ad oltranza, arrivando ad oltre 15 milioni di unità di traffico».

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