serve uno studio epidemiologico

Aumento del materiale bruciato al cementificio di Calusco, la questione arriverà al Tar

Cornate d'Adda, Imbersago, Merate, Paderno d'Adda, Robbiate, Solza, Verderio, la Provincia di Lecco e dal Parco Adda Nord fanno il punto

Aumento del materiale bruciato al cementificio di Calusco, la questione arriverà al Tar
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A novembre 2023, la Provincia di Bergamo ha di fatto autorizzato il cementificio Italcementi di Calusco ad aumentare da 30 mila a 110 mila tonnellate all'anno la quantità di Combustibili Solidi Secondari (Css) bruciati nel suo ciclo produttivo - operazione per la quale la prima richiesta risale al 2014. L'espansione ha però preoccupato i cittadini del territorio fin dal suo annuncio, tanto da portare i Comuni e gli Enti firmatari del Protocollo di intesa a svolgere delle indagini e dei controlli.

La richiesta ad Arpa

In particolare, dai comuni di Cornate d'Adda, Imbersago, Merate, Paderno d'Adda, Robbiate, Solza, Verderio, dalla Provincia di Lecco e dal Parco Adda Nord arriva un aggiornamento: «Nei giorni scorsi è stata presentata richiesta ad Arpa - Dipartimento di Bergamo di avere le mappe di ricaduta degli inquinanti emessi dallo stabilimento di Calusco d'Adda di Italcementi S.p.A.; siamo in attesa di un riscontro. Nel frattempo, i tecnici incaricati dai Comuni e dalla Provincia di Lecco (il dottor Fabrizio Bianchi e il dottor Stefano Scarselli) hanno indicato un percorso da seguire per strutturare lo studio sanitario richiesto e mai prodotto dagli Enti di riferimento».

Gli impatti sulla popolazione

Gli enti sottolineano inoltre che ormai da anni chiedono uno studio epidemiologico per accertare gli eventuali impatti sui residenti di quanto ad oggi fuoriesce già dal camino di Italcementi Spa all'interno delle aree dove si hanno le ricadute degli inquinanti. Sottolineano: «Il dottor Bianchi Fabrizio ha indicato come prioritario un tipo di studio di più rapida esecuzione ma comunque volto a correlare gli effetti delle ricadute dell'emissione del cementificio con eventuali impatti sanitari sulla popolazione».

Il ricorso al Tar

Ora il gruppo si è organizzato per realizzare questo studio con l'obiettivo di ottenere ulteriore documentazione in tempo utile perché possa essere depositata agli atti dell'udienza prevista per il 18 dicembre 2024 al Tar per la Lombardia – Sezione di Brescia. I Comuni e la Provincia di Lecco hanno infatti fatto ricorso per l'annullamento delle determinazioni dirigenziali della Provincia di Bergamo che hanno autorizzato l'aumento dell’utilizzo di rifiuti solidi non pericolosi (Css) nella linea di cottura del clinker della cementeria di Calusco d'Adda.

«Obiettivo: determinare l'impatto»

Nella lettera scrivono: «L'obiettivo prioritario e fondamentale di tutta questa nostra attività resta sempre lo stesso, cioè determinare con la massima precisione possibile l'entità dell'impatto delle emissioni del camino di Italcementi Spa sulla popolazione del territorio, valutazione non svolta in maniera efficace durante tutte le fasi del procedimento attivato dalla Provincia di Bergamo, come da parere dei tecnici incaricati dagli Enti che hanno sottoscritto il Protocollo di Intesa per l'effettuazione di questi approfondimenti».

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