Aziende del trasporto pubblico locale in crisi: da gennaio possibili tagli alle corse
Le cause sono l’aumento del costo dei carburanti, i pochi autisti ed i prezzi elevati delle patenti

Le aziende del trasporto pubblico locale hanno sempre più perdite a causa dei costi aumentati dei carburanti, oltre che delle onerose patenti degli autisti e della diminuzione dei passeggeri. Per questo, già da gennaio potrebbero arrivare gravi tagli alle corse.
A riportare la situazione è oggi (giovedì 8 dicembre) il Corriere Bergamo: le realtà hanno beneficiato di 4 milioni e 70.091 euro di fondi pubblici, riconosciuti per i mancati introiti durante la pandemia. Così si arriva a un totale di 6 milioni già elargiti, più 4 milioni per completare la cifra di compensazione promessa dallo Stato. In ogni caso, per il 2022 arriveranno risorse inferiori del 15 per cento rispetto a quanto richiesto.
In tutto questo, c’è appunto il rischio di ulteriori tagli: ciò a causa di vari fattori, tra i quali l’aumento del gasolio del 40 per cento, del metano del 70 per cento e dell’elettrico di ben il cento per cento. Quest’ultimo aspetto non invoglia certo, almeno in questo periodo, a investire in un parco veicoli con motori che sfruttano questo tipo di energia. La conseguenza è che, per via dell’adeguamento Istat, l’Azienda Tpl si è vista tagliare i fondi da distribuire alle aziende. Inoltre, il Fondo nazionale trasporti è stato aumentato del 2 per cento, a fronte di un aumento dell’8 per cento dell’inflazione.
Come se non bastasse, le imprese sono a corto di autisti, che scarseggiano in questo periodo, per cui sono costrette a “rubarseli” tra di loro, offrendo maggiori garanzie in termini di denaro e integrativo. Manca quindi chi deve guidare gli autobus, anche per l’elevato costo per ottenere la patente specifica, aspetto a cui il datore di lavoro a volte sopperisce offrendo di pagare i corsi, l’esame e le pratiche per il suo conseguimento.
Nel periodo del Covid, inoltre, una volta ripartiti i servizi del trasporto pubblico erano arrivati fondi statali e regionali per garantire più corse, evitando assembramenti. Adesso, con una situazione sanitaria più tranquilla, tale denaro è venuto a mancare, per cui si è tornati al numero precedente la pandemia, molto spesso con viaggiatori ammassati nelle corriere.
Massimo Locatelli, titolare dell’azienda omonima di autoservizi, nonché presidente dell’Associazione nazionale viaggiatori, ha fatto presente al Tavolo regionale del Tpl che, per rimanere in piedi, le imprese come la sua avranno due opzioni: aumentare le tariffe del 16 per cento, ipotesi al momento poco accettabile, oppure invitare la politica a istituire un’accisa, aumentando di due centesimi il gasolio in Lombardia. Il rischio, se non si agisce, è che si debba dal 2023 tagliare del 10 per cento le corse, colpendo l’utenza più debole o eliminandole praticamente tutte d’estate.