Ex centro servizi

Azzano, riqualificazione dell'ecomostro: «Decine di camion, non basteranno due rondò»

Approvata la convenzione. De Luca: «Eravamo contrari. Non potevamo ottenere di più». Candellero: «Oltre 200 mezzi nelle ore di punta»

Azzano, riqualificazione dell'ecomostro: «Decine di camion, non basteranno due rondò»
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di Laura Ceresoli

Seppur con qualche riserva, il 27 novembre il Consiglio comunale di Azzano San Paolo ha approvato la convenzione quadro che definisce il futuro dell’area dell’ex centro servizi, con l'annessa richiesta di opere viabilistiche infrastrutturali legate all’intervento.

Dopo anni di attesa, sembra quindi ormai tracciato il futuro del cosiddetto ecomostro, acquistato di recente da Vitali Spa. Questo enorme edificio mai completato dal Ministero delle Finanze e che avrebbe dovuto ospitare i modelli 730 e 740 cartacei dell’intera Lombardia, sorge a poca distanza dall’autostrada A4 nell’ultimo lembo di territorio del capoluogo verso sud e dell’area a nord di proprietà A2a, dove sarà realizzata la nuova sede di Aprica.

L'intervento ricade sul territorio di Bergamo, ma avrà comunque forti ripercussioni sull'area circostante che confina con il paese di Azzano.

Un iter complesso che, ammette l'assessore ai Lavori pubblici Sergio Suardi, ha persino messo a dura prova la tenuta della maggioranza: «Alcuni di noi hanno lottato in questi anni per non arrivare, oggi, ad approvare questo intervento - ha spiegato a più riprese durante la seduta -. D'altra parte non si poteva dire di no perché il progetto non è nostro, ma del capoluogo cittadino. Insieme a Orio, abbiamo comunque fatto leva sul Comune di Bergamo affinché venissero introdotte due rotonde per la mitigazione viabilistica».

Cosa prevede l'accordo

La convenzione quadro definisce non solo la demolizione del rudere, ma attiva un processo di trasformazione dell’intero ambito. Al posto dell'ecomostro sono destinate a insediarsi le future sedi di A2A e Aprica.

Vitali Spa è invece al lavoro per insediare nell’area un centro in grado di soddisfare le esigenze di consegna del cosiddetto “ultimo miglio” (...)

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