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Bariano in festa: don Innocente Chiodi è il nuovo arciprete plebano

È arrivato a bordo di una Citroen d'epoca, salutato immediatamente dai sacerdoti, dal sindaco Andrea Rota e dalla sindaca dei ragazzi Marta Falchetti

Bariano in festa: don Innocente Chiodi è il nuovo arciprete plebano
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È arrivato fra due ali di folla, applaudito dai nuovi parrocchiani, ma anche da quanti hanno condiviso con lui il cammino nell'Unità Pastorale di Gandino, Barzizza e Cirano. Don Innocente Chiodi sabato 8 ottobre ha fatto il suo ingresso nella parrocchia di Bariano.

Nato nel 1963 e originario di Verdello, era in Val Gandino dal 2010. Entrato in Seminario all’età di 11 anni, durante gli anni di Teologia ha svolto il ministero festivo a Valverde (1982-84) e, da diacono, a Pognano, paese del compianto vescovo Roberto Amadei. Don Innocente fu ordinato sacerdote il 20 giugno del 1987 a Bergamo dal card. Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, stante la malattia dell’allora Vescovo di Bergamo mons. Giulio Oggioni. Dopo l’ordinazione don Innocente è stato curato a Osio Sopra e Mariano (1987-1992) e Cologno al Serio (1992-1998). Successivamente è stato parroco a Pagazzano dal 1998 al 2010.

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Don Innocente è arrivato a Bariano a bordo di una Citroen d'epoca, salutato immediatamente dai sacerdoti, dal sindaco Andrea Rota e dalla sindaca dei ragazzi Marta Falchetti. Con loro la Confraternita del Ss. Sacramento, la Banda, gli Alpini, i delegati dei gruppi e delle associazioni cittadine ed una corposa delegazione da Gandino, con il vicario don Manuel Valentini e il sindaco Filippo Servalli.

Dopo il corteo in centro e i saluti ufficiali del sindaco e della giovanissima sindaca dei ragazzi davanti alla parrocchiale, i bambini della Scuola Materna hanno intonato (lungamente applauditi) il canto "La parola magica". Poi l'ingresso in chiesa, il bacio del crocifisso, la consegna delle chiavi e l'affidamento alla Madonna del Rosario, di cui in questi giorni Bariano celebra la festa. A don Innocente quale dono di benvenuto è stata offerta una casula. Nel ruolo di delegato vescovile ha guidato le diverse fasi del rito mons. Paolo Giuseppe Rossi.

«Siamo qui per dire grazie - ha detto don Innocente in un saluto conclusivo - e per affidarci con fiducia gli uni gli altri, sacerdoti e fratelli  ma soprattutto al Signore. La sorgente è lui, al sacerdote chiedete soprattutto la Parola di Dio, l'autenticità del Buon Pastore. Desidero con voi un cammino fraterno, nel quale la carità della correzione sia fra noi strumento di crescita». Un ritrovo festoso in oratorio ha concluso la giornata.

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