In Borgo Santa Caterina

Bergamo, crepe nel chiostro dell'antico convento dei Celestini: va salvato in fretta!

La trave che sostiene una parte del tetto è ammalorata. Le suore non hanno mezzi. Un concerto per raccogliere fondi

Bergamo, crepe nel chiostro dell'antico convento dei Celestini: va salvato in fretta!
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di Paolo Aresi

Bisogna salvare il convento dei Celestini e in fretta. Soprattutto bisogna intervenire nel chiostro: la trave che sostiene il tetto di un’ala è ammalorata e va riparata al più presto.

Le suore Sacramentine proprietarie del complesso hanno dato l’allarme, hanno anche dichiarato pubblicamente di non essere più in grado di sostenere questo luogo, ancora abitato da alcune di loro. E lo hanno messo in vendita. Ma non è facile collocare in maniera adeguata un posto di questo genere, di questo valore e delicatezza.

Un luogo che al tempo stesso è religioso e sociale. Per aiutare le suore a raccogliere i fondi necessari all’intervento sulla trave, Alessandro Bottelli, operatore culturale, poeta e giornalista, ha organizzato un concerto che si terrà il 22 gennaio.

Dice Bottelli: «Raccoglieremo delle offerte, senz’altro. Ma soprattutto il senso di questo concerto è cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica affinché i bergamaschi si rendano conto di questo gioiello, che pochi conoscono e capiscano anche che bisogna muoversi per salvarlo.

Questo concerto rappresenta anche un ricordo di Giuseppe Anghileri, instancabile difensore delle cose belle di Bergamo, consigliere comunale per molti anni. Anghileri era considerato il “sindaco” di Borgo Santa Caterina per la sua grande attenzione al borgo. Fu proprio lui un giorno di alcuni anni fa a dirmi: “Perché non fai qualcosa per i Celestini?”. Ecco, poi mi ero dimenticato di quelle parole. Me ne sono ricordato quando, poco tempo fa, sono entrato nella chiesa e sono rimasto incantato da una bellezza che non conoscevo».

L’ex convento dei Celestini rappresenta uno dei complessi monastici più importanti della città insieme ad Astino e a Valmarina. Come questi due complessi religiosi si trovava fuori dalla città, in un luogo incantevole, vicino all’acqua della Morla e della Tremana.

Poi la città è cresciuta, sono arrivati prima l’ippodromo, poi lo stadio e infine i quartieri di Conca Fiorita e Monterosso: i Celestini si sono trovati in mezzo alle vie e al traffico. Ma sono rimasti un’oasi (...)

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