Bergamo-Dalmine con bus elettrici: tutti lodano la eBrt, ma serve davvero?
Era stata pensata per l'Università. Finanziata con 84 milioni dal Pnrr. Ma non risolverà i problemi del trasporto pubblico locale
di Marta Belotti
Verranno investiti 84 milioni, 4 in più (almeno per ora) rispetto a quelli preventivati, per la eBrt, la linea di bus elettrici in sede autonoma che collegherà Bergamo con Dalmine e la stazione di Verdellino e finanziata dal Pnrr.
«Abituati per decenni al fatto che non arrivassero mai fondi per la mobilità, ora sull’area metropolitana di Bergamo abbiamo a disposizione una grande quantità di risorse che mai avremmo sognato di ricevere», ha ricordato il sindaco Giorgio Gori nel convegno organizzato da Atb e Teb per parlare proprio di eBrt, ma anche della T2 e tenutosi il 19 settembre nel contesto della Settimana europea della Mobilità sostenibile.
È in questa occasione che, parlando della eBrt e dei dubbi e delle polemiche che già ha suscitato, alcuni relatori - in particolare Liliana Donato, direttore generale di Atb - hanno provato a dare risposta ad alcune perplessità.
Corsie preferenziali, ma dove?
L’eBrt è stata progettata per essere innestata lungo la ex 525, una strada con una corsia per senso di marcia, puntellata di rotonde, incroci semaforici e con una larghezza non particolarmente ampia. Chiunque conosca questo tracciato non può che rimaner perplesso davanti alla notizia che lì verranno ricavate due corsie in più, una per senso di marcia.
Eppure, il progetto parla di un 73 per cento del percorso dei bus su corsia preferenziale. Donato ha sottolineato: «Non ovunque siamo riusciti a garantire la preferenziale, ma in viale Locatelli a Dalmine, per esempio, non ce ne sarebbe bisogno. Gli studi indicano chiaramente che una corsia apposita non avrebbe in quel caso impattato su velocità e agilità di spostamento».
Quello che è certo è che, per riuscire nell’intento, sulla ex 525 verrà coperta la roggia colleonesca (...)
Trovo imbarazzante a priori la viabilità posta in essere tra Osio sotto e Dalmine, frutto probabilmente di un post serata altamente alcolico: passaggi semaforici pedonali sulle rotonde li abbiamo solo in Italia veramente imbarazzante parlare di ecologia quando al posto di snellire la circolazione si effettuano grandi opere che vanno a peggiorare il tutto. Nelle ore di punta e non solo, code perenni per fare passare pedoni da un lato all'altro, là, dove persino presente (Osio sotto) un passaggio sotterraneo con tanto di ascensore...non serve un bambino oer capire quanta pochezza intellettuale ci sia stata nell'operato svolto... complimentoni! Ah! Anche per i milioni spesi e le svariate tonnellate di gas nocivi che verranno immessi grazie alla costruzione di questi nuovi bus "ecologici"...ma sappiamo tutti il perché: affossare il comparto automotrice non si può, il soldo deve girare...la scelta più intelligente ed ecologica oggigiorno è acquistate un usato. Chapeau al sistema e a chi lo segue
Posto che non è consentito a nessuno vietare tout-court il traffico privato, si fa di tutto per rendere impossibile la vita a chi va con la propria auto. La strada fra Bergamo e Osio è già stretta, con intenso traffico pesante, i paesi fanno a gara a rendere impossibile il traffico di attraversamento (nevvero, Lallio??). È facile prevedere che la strada sarà a tutte le ore un serpentone di auto ferme. Pensate alla famigerata corsia preferenziale in via Garibaldi!
Egr. Sig. Carlo, quando ci furono le prime automobili, nessuna autorità vietà la circolazione dei cavalli e dei carri, men che meno vennero pagati incentivi per l'acquisto e la circolazione delle auto al loro posto. Oggi invece si impongono scelte assurde e demagogiche, facendo pagare, in puro stile comunista, agli altri che lavorano, i "benefici" e i "giochini" che piacciono a loro. Questa ridicola e dannosa costruzione fa il paio col trenino Bergamo-Orio, i posti riservati alle auto elettriche e le piste ciclabili. L'ecologia non c'entra nulla!
Assolutamente inutile, demagogica per l'ego di Gori e Gandolfi, che toglierà terreni alle proprietà che affacciano sulla strada per far passare i bus cinesi, le cui batterie sono super inquinanti, mentre nulla si fa a favore del traffico privato di chi lavora senza fare demagogia e paga le tasse. Tasse che vengono dal famoso pil degli italiani, non dei cinesi che vengono strafavoriti dai nostri Gori e Gandolfi (vedi anche i bus cinesi di ATB). Mezzi che costano il triplo di quelli diesel e a metano fatti in Italia ed Europa. Per i comunisti Gori e Gandolfi meglio i cinesi e via con gli espropri le proprietà private per farli passare. Osceni.
Gentile Carlo, È ovvio che la eBrt non è stata progettata «solo» per l'Università (ci sono anche valevoli motivazioni di sostenibilità ambientale), ma è sin dalla sua presentazione che la sua principale utilità è stata spiegata affermando che avrebbe creato un asse tra il polo di Ingegneria e la città. E all'epoca il polo degli Its non era ancora un'opzione in campo - o almeno non pubblicamente -. Nell'articolo, poi, spieghiamo anche che una legittima perplessità sulla eBrt sia legata alla sua funzione di punto d'interconnessione tra più sistemi di mobilità pubblica e dolce (stazioni ferroviarie, bus, piste ciclopedonali). Servizi che presentano più di qualche debolezza oggi. Ci si chiede, quindi, se abbia senso investire 84 milioni di euro su un'opera che mette in relazione infrastrutture che andrebbero implementate, migliorate, aggiornate. Porre domande ed evidenziare dubbi su un'opera pubblica molto costosa riteniamo non solo sia consentito, ma finanche doveroso, soprattutto in ambito informativo. Pretendere che ogni tipo di proposta o di progetto venga accolto con passiva esaltazione o con lodi è utopico, e anche un po' supponente. Soprattutto quando le dichiarazioni che hanno sempre esposto l'opera all'opinione pubblica divergono da quelle odierne. Cordialmente