Bergamo e la Bergamasca continuano a volare sulle ali del turismo: nel 2024 un altro record
Presentati i dati dell'anno scorso: su tutto il territorio si registra un +9,8% rispetto al 2023. La maggioranza è straniera (Polonia in testa). Carnevali: «Non dobbiamo perdere la nostra identità»

di Elena Esposto
Nel 2024, il turismo in provincia di Bergamo ha registrato numeri da record, superando non solo quelli del 2023 (quando la città è stata, con Brescia, Capitale italiana della Cultura), ma anche del 2019, considerato finora l’anno di riferimento prima del duro colpo della pandemia.
I dati sono stati presentati ieri (martedì 20 maggio) in una conferenza stampa promossa da VisitBergamo, alla presenza della sindaca di Bergamo, Elena Carnevali, del presidente della Camera di commercio, Carlo Mazzoleni, del delegato provinciale al Turismo, Robi Amaddeo, dell’amministratore delegato di VisitBergamo, Christophe Sanchez, e della nuova presidente, Leonarda "Leda" Canfarelli.
Un turismo sempre più lento e internazionale
Nel 2024, in Bergamasca si sono registrati circa 1,5 milioni di arrivi turistici, con un incremento del 9,8 per cento rispetto al 2023. Una crescita ben superiore alla media nazionale (+2,5 per cento), trainata soprattutto dagli stranieri.
Il turismo si è infatti internazionalizzato: gli arrivi dall’estero rappresentano il 53 per cento del totale, superando quelli italiani (47 per cento). Un divario ancora più marcato nella sola città di Bergamo, dove i visitatori stranieri sono stati il 76,3 per cento (contro il 72,9 per cento del 2023).




Quanto alle provenienze, il 2024 ha confermato la centralità del mercato europeo. In cima alla classifica c’è la Polonia, con oltre 90 mila arrivi (+59,4 per cento sul 2023), un risultato sicuramente favorito anche dai numerosi collegamenti aerei con Orio al Serio. Seguono Germania (62.115), Francia (57.714) e Spagna (48.727). Presenti anche turisti britannici, rumeni, svizzeri, neerlandesi, statunitensi e belgi.
Un altro segnale positivo riguarda la durata media del soggiorno: tra il 2023 e il 2024 si è passati da 2 a 2,03 giorni per i turisti italiani (1,94 nel 2019) e da 2,08 a 2,12 giorni per gli stranieri (1,96 nel 2019). «È la conferma di un turismo più lento, autentico e consapevole - ha sottolineato la sindaca Carnevali -. Vogliamo governare questa crescita: non ci interessa un turismo mordi e fuggi, ma visitatori che si fermino, scoprano i nostri quartieri, i nostri prodotti, la nostra cultura. Vogliamo che si sentano cittadini temporanei».




Quanto all’accoglienza, le strutture alberghiere mostrano una crescita costante, mentre quelle extra-alberghiere registrano un vero boom: +31 per cento sul 2023 e +94 per cento rispetto al 2019. Un dato che, come sottolineato, va letto in un contesto normativo in evoluzione, orientato a una maggiore regolamentazione del settore.



La riscoperta delle Orobie
A livello territoriale, quasi tutta la provincia ha visto crescere gli arrivi rispetto al 2019, a eccezione dell’Isola Bergamasca e della Pianura, che non hanno ancora recuperato i livelli pre-Covid. Secondo Sanchez, ad di VisitBergamo (riconfermato in questo ruolo), ciò dipende dal calo del turismo business, che in queste aree era predominante e che ha subito un ridimensionamento a causa della diffusione delle modalità di lavoro da remoto.
Buone notizie invece dalle Valli, in particolare dalla Val Brembana, dove gli arrivi di turisti italiani sono aumentati del 62 per cento e quelli di stranieri del 93 per cento rispetto all’anno precedente. «Un risultato - ha commentato Sanchez - che dimostra quanto la montagna bergamasca stia diventando una meta sempre più apprezzata anche a livello internazionale e conferma le grandi potenzialità delle Orobie».
Una strategia sostenibile
Tra gli obiettivi futuri: aumentare la durata media dei soggiorni e prolungare la stagione oltre i mesi di picco (generalmente luglio e agosto). La destagionalizzazione è una delle priorità condivise, insieme alla fidelizzazione dei turisti e a una sinergia più stretta tra città e territorio circostante.
Come ha sottolineato Mazzoleni, presidente della Camera di commercio, è anche «fondamentale rilanciare asset strategici come la Fiera e il turismo business, che stanno tornando a generare flussi interessanti. Al tempo stesso occorre investire nel miglioramento qualitativo dell’accoglienza, valorizzando l’offerta alberghiera come valida alternativa al settore extra-alberghiero».
Il trend positivo è confermato anche dalle prime proiezioni per il 2025, che indicano una continuità nella crescita, da accompagnare con una strategia attenta e sostenibile. Come ha spiegato la sindaca, «i nostro obiettivo non è frenare il turismo, ma governarlo e accompagnarlo, fare in modo che cresca senza farci perdere l’identità, l’autenticità, l’equilibrio. Bergamo è una città che sta crescendo, e crescerà bene solo se sapremo tenere insieme accoglienza, attrattività e qualità della vita».
Il turismo è una risorsa economica, lo chiamano infatti "industria del turismo". non deve essere però d'elite, come praticamente dice la sindaca, parlando di mordi e fuggi. ma deve esere a disposizione di tutti i cittadini, anche coloro che non dormono negli alberghi o non mangiano nei ristoranti super cari della città. Anche costoro , magari provenienti da vicino, hanno diritto di arrivare a Bergamo e provincia con la loro auto e godersi i nostri luoghi, come noi abbiamo gli stessi diritti nelle loro località. Pare invece che le politiche delle città italiane, quasi tutte amministrate dalla sinistra, siano quelle di impedire alla gente comune il turismo e di dedicarlo invece ai privilegiati VIP che, con i loro soggiorni lunghi, i loro pranzi dagli chef stellati (e carissimi), danno lustro ai luoghi (secondo questi ragionamenti). Trovo sbagliate le discriminazioni per censo che si stanno attuando a Bergamo, oltre che a Milano, Roma, Firenze, Venezia, ecc.
Troppo turismo, la strada imboccata è quella che porta alle realtà di Venezia, Firenze, Roma e altre città. Residenti costretti ad andarsene a causa dei prezzi insostenibili e qualità della vita in picchiata, bene, avanti così...