Bergamo fa cambiare il portale dell'Inps per tutelare le famiglie con genitori dello stesso sesso
Il sistema informatico per ottenere i congedi genitoriali non permetteva di fornire entrambe le generalità. Sarà modificato entro due mesi

Il Tribunale di Bergamo il 25 gennaio ha condannato l'Inps per una «ingiustificata discriminazione a danno dei genitori dello stesso sesso», già tali per i registri italiani dello stato civile. Questo perché il sistema informatico con cui, obbligatoriamente, devono essere inviate le domande per ottenere i congedi genitoriali, non consentiva a genitori dello stesso sesso di completare le richieste, in quanto impediva di fornire le generalità di entrambi.
Due mesi al massimo per modificare
La decisione è l'esito di un'azione collettiva promossa nel maggio 2023 da Rete Lenford – Avvocatura per i diritti Lgbti+, in collaborazione con la Cgil Nazionale e con il contributo anche del patronato Inca della Cgil di Brescia. Ora l'Inps ha due mesi per modificare il portale web e verrà sanzionato di cento euro per ogni giorno di ritardo.
I congedi parentali
Nello specifico, con il ricorso, è stato chiesto di dichiarare che il congedo di paternità obbligatorio (art. 27-bis d.lgs. 151/2001) spetta anche a una lavoratrice quando è genitrice in una coppia composta da due donne; che il congedo di paternità alternativo (art. 28 ss. D.lgs. 151/2001) spetta al padre anche quando è genitore in una coppia di due uomini; che il congedo parentale (art. 32 d.lgs. 151/2001) spetta a ciascuno dei due genitori indipendentemente dal genere dell'altro genitore, che i periodi di riposo (artt. 39 e 40 d.lgs. 151/2001) spettano anche al padre quando è genitore in una coppia di due uomini e che le indennità di maternità per iscritte alla gestione separata e lavoratrici autonome (artt. 64 e ss. e 66 e ss. d.lgs. 151/2001) spettano al padre anche quando è genitore in una coppia di due uomini.
«Fine di un'odiosa discriminazione»
L'avvocato Francesco Rizzi, socio di Rete Lenford che ha patrocinato la causa insieme all'avvocato Alberto Guariso, sottolinea che «trattandosi di istituti a cui si applica il divieto di discriminazione per orientamento sessuale imposto dal diritto dell'Unione Europea, tutti i congedi devono essere accessibili anche alle coppie di genitori dello stesso sesso, che devono potersi suddividere i compiti di cura e assistenza, come avviene per tutti i genitori eterosessuali».
Il Presidente di Rete Lenford, Vincenzo Miri è soddisfatto del risultato ottenuto a Bergamo «che conferma l'impossibilità di discriminare le famiglie omogenitoriali anche in merito ai congedi».
Soddisfazione condivisa anche da Sandro Gallittu, responsabile ufficio Nuovi diritti e delle Politiche per le famiglie e l'infanzia di Cgil che parla di una decisione che «pone fine a un'odiosa discriminazione e restituisce vigore al principio di uguaglianza senza discriminare tra famiglie e famiglie e figlie e figli a prescindere dal nucleo familiare in cui nascono».