L'emergenza

Bergamo, il carcere è un girone dantesco. E le guardie sono allo stremo delle forze

Gli agenti sono pochi è c'è il cinquanta per cento in più di reclusi. Valentina Lanfranchi, garante dei detenuti, denuncia: «Situazione insostenibile»

Bergamo, il carcere è un girone dantesco. E le guardie sono allo stremo delle forze
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di Paolo Aresi

«A un certo punto, ho anche pensato di fare uno sciopero della fame, ma poi mi sono detta che sarei stata ridicola: una donna di 84 anni che si mette a fare lo sciopero della fame. Ma il problema è gravissimo, il carcere di Bergamo è in una situazione di emergenza superiore a quella a cui siamo abituati: abbiamo 540 reclusi nelle celle mentre ne potremmo ospitare 325, ma il dato più preoccupante è un altro». Valentina Lanfranchi è la garante dei detenuti per Bergamo, ogni giorno va in carcere, parla, ascolta, consiglia...

A dispetto delle sue numerose primavere, è in attività continua. E non si arrende, non accetta che il carcere anziché un luogo dove trovare una nuova strada, tentare una riabilitazione, sia un girone dantesco.

La casa circondariale di via Gleno ospita oltre il cinquanta per cento in più dei detenuti che può accogliere. Significa che in una cella da quattro stanno in sei o sette. Ma - dice Valentina Lanfranchi - il dato peggiore riguarda le guardie, la polizia penitenziaria.

«Dovrebbero essere 240 secondo il vecchio organico, ma secondo i nuovi regolamenti si salirebbe sui trecento. Ebbene, attualmente al carcere ci sono 180 agenti. Si fa alla svelta a fare i conti: meno guardie di quelle che servono e il cinquanta per cento in più di reclusi. È una situazione che non si regge più, gli agenti si ammalano. La direttrice del carcere, Teresa Mazzotta, fa tutto quello che può, ma il problema resta, non si riesce a cambiare una situazione che è grave da molti anni, ma mai così».

Quelli che stanno peggio, spiega Valentina, sono gli agenti della polizia penitenziaria. Il loro non è un lavoro facile, e diventa impossibile se anziché prestare attenzione a venti detenuti ne devono seguire quaranta (...)

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