Emergenza

Bergamo, nel carcere di via Gleno violenze e un preoccupante vuoto di potere

Cinque aggressioni ai danni degli agenti in pochi giorni. Sovraffollamento e carenza di personale rendono critica la gestione e lasciano spazio ai reclusi che operano come boss

Bergamo, nel carcere di via Gleno violenze e un preoccupante vuoto di potere
Pubblicato:
Aggiornato:

di Andrea Rossetti

Al carcere di Bergamo la situazione è sempre più preoccupante. Sinappe (Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria) e Fns Cisl hanno denunciato nei giorni scorsi delle aggressioni ai danni di cinque agenti e avvenute nelle ultime settimane.

La più recente risale al 7 marzo: due poliziotti sono stati presi a calci e pugni da un detenuto nordafricano che chiedeva con insistenza del Rivotril, psicofarmaco per combattere l’ansia o l’epilessia e che, se assunto in alte dosi o mischiato ad altre sostanze, agisce come l’eroina.

Il medico del carcere aveva già dato parere negativo alla richiesta avanzata dal detenuto, il quale però, probabilmente in crisi di astinenza, ha insistito, arrivando così ad aggredire gli agenti. La scorsa settimana, invece, un altro detenuto avrebbe lanciato del latte bollente sul volto di un agente, il quale ha riportato ustioni di primo grado.

Infine, a febbraio, un detenuto avrebbe dato una testata a un poliziotto e uno schiaffo a un’ispettrice.

Purtroppo non è la prima volta che da via Gleno giungono notizie di questo tipo, così come di morti di detenuti. L’enorme problema del sovraffollamento sta rendendo sempre più complicata la gestione della struttura. I reclusi sono oltre duecento in più rispetto ai posti a disposizione e questo rende il carcere di Bergamo il secondo peggiore della Lombardia (appena dietro a Como).

Ad acuire la situazione c’è anche la ormai cronica carenza di personale della Polizia Penitenziaria. Come ha raccontato proprio a PrimaBergamo Valentina Lanfranchi, garante dei detenuti per Bergamo, gli agenti in quel di via Gleno dovrebbero essere circa trecento, mentre attualmente sono soltanto 180.

I sindacati è da tempo che chiedono di risolvere il problema e anche la direttrice Teresa Mazzotta ha chiesto ufficialmente rinforzi a Roma, ma per ora non ci sono novità. Forse qualcuno arriverà la prossima estate grazie ai nuovi mille allievi che usciranno dal corso di formazione e destinati alla Lombardia, ma non c’è certezza.

Continua a leggere sul PrimaBergamo in edicola fino a giovedì 16 marzo, o in edizione digitale QUI

Seguici sui nostri canali