Si è svolta nel pomeriggio di oggi (lunedì 22 dicembre), al cimitero monumentale di Bergamo, la cerimonia di scoprimento della lapide dedicata alle 54 vittime bergamasche del bombardamento di Dalmine del 6 luglio 1944. Un momento di raccoglimento e memoria, per ricordare uno degli episodi più tragici della Seconda guerra mondiale che colpirono il territorio.
Il bombardamento e le vittime della città
Quel giorno, intorno alle ore 11, due gruppi di bombardieri alleati – circa una trentina di velivoli decollati dalle basi in Campania e Puglia – sganciarono complessivamente quattrocento ordigni sull’area dello stabilimento della Dalmine, sul villaggio industriale e sugli antichi borghi di Mariano, Sabbio e Sforzatica. L’incursione causò una devastazione senza precedenti: 278 persone persero la vita, circa ottocento rimasero ferite e si registrarono ingenti danni, sia agli impianti produttivi che alle infrastrutture.
Tra le vittime, più di cinquanta erano proprio lavoratori del capoluogo orobico, un numero che lo rese il secondo centro più colpito dopo Dalmine stessa. A distanza di oltre ottant’anni, la città ha voluto rendere loro omaggio con un segno tangibile di memoria, collocato in uno dei luoghi simbolo del ricordo collettivo.
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Una lapide per ricordare
«Ricordare quanto accaduto in questo tragico evento è un atto doveroso per onorare le vittime e il loro sacrificio. Custodire la memoria significa difendere i valori della pace, della dignità del lavoro e della solidarietà tra le comunità – ha dichiarato l’assessore ai servizi cimiteriali Giacomo Angeloni, presente alla cerimonia -. Bergamo rende oggi onore a quelle persone, rinnovando il dovere di trasmettere alle nuove generazioni la consapevolezza di quanto alto sia il prezzo dell’odio e quanto indispensabile sia l’impegno quotidiano per la pace».
La lapide è il risultato di un accurato lavoro di ricerca d’archivio e di verifica dei dati anagrafici delle vittime, condotto grazie alla collaborazione tra l’Amministrazione comunale, l’Associazione storica dalminese ed il Gruppo Fml Acli di Boltiere, enti promotori di ricerca e studio della storia di Dalmine. Un ringraziamento particolare è stato rivolto a Corti Marmi, che ha offerto generosamente le lapidi, contribuendo in modo concreto alla realizzazione dell’iniziativa. Un gesto che rafforza il valore civile della memoria e il legame tra passato e presente.