Bianchi: «La bandiera ucraina non può stare su Palafrizzoni». Carnevali: «Sarà ricollocata»
Il consigliere di minoranza ha fatto notare che l'esposizione non è consentita per legge. L'amministrazione ribadisce però il proprio sostegno

Sulla facciata di Palafrizzoni, sede del Comune di Bergamo, è esposta anche la bandiera dell'Ucraina. Ma, secondo l'interrogazione proposta a febbraio dal consigliere di Fratelli d'Italia Filippo Bianchi, andrebbe tolta. Questo perché «la bandiera dello Stato estero era stata illecitamente affissa sul balcone della facciata della sede del Consiglio comunale di Bergamo dalla precedente amministrazione».
La richiesta di togliere la bandiera è arrivata all'amministrazione tramite un'interpellanza «per ripristinare il rispetto delle prescrizioni del nostro ordinamento giuridico, che non permette l'esposizione permanente di bandiere di Stati esteri su sedi comunali».
Il perché della richiesta
Nel documento inviato, il consigliere sottolinea che «il Palazzo comunale non è un'abitazione privata in cui si possa fare tutto ciò che si vuole, e le uniche ulteriori bandiere che possono essere esposte sono di norma quella italiana e quella dell'Unione Europea». Bianchi fa quindi ricorso alla normativa, sottolineando come tali bandiere «possono essere esposte le bandiere di stati esteri solo per visite ufficiali o convegni, come prescritto da norme nazionali, come la legge n. 22 del 5 febbraio 1998, ed il Dpr. 7 aprile 2000 n. 121, che la integra e attua».
Cita infine l'art. 8 del Dpr 7 aprile 2000 n. 121, quando dice: «All'esterno e all'interno degli edifici pubblici si espongono bandiere di Paesi stranieri solo nei casi di conve- gni, incontri e manifestazioni internazionali, o di visite ufficiali di personalità straniere, o per analoghe ragioni cerimoniali, fermo il disposto dei commi 2 e 3 dell'articolo 2, salve le regole di cerimoniale da applicare in singole occasioni su indicazione del Governo».
«Atto simbolico di solidarietà»
A rispondere è la sindaca stessa, Elena Carnevali, che fa presente al consigliere che «la bandiera ucraina è stata esposta nel febbraio 2022, su decisione della precedente Giunta guidata dal sindaco Giorgio Gori, come atto simbolico di solidarietà nei confronti della popolazione ucraina aggredita militarmente dalla Russia. Tale gesto si è inserito in un quadro di iniziative di vicinanza concreta promosse dalla città di Bergamo, anche in collaborazione con la Ong Cesvi, che hanno portato al sostegno diretto della municipalità di Bucha - città duramente colpita dalla guerra - con la raccolta di contributi destinati ad attività di ricostruzione e assistenza umanitaria».
Bergamo e l'Ucraina
La prima cittadina ricorda poi anche come nel tempo il Consiglio comunale di Bergamo abbia sempre rinnovato la propria solidarietà e il proprio impegno nel sostenere l'Ucraina, dalla seduta del 7 marzo 2022 quando il Consiglio comunale di Bergamo ha approvato un ordine del giorno che «rinnova al popolo ucraino l'espressione dei sentimenti di vicinanza e solidarietà, già portati dal sindaco nel corso della manifestazione tenutasi a Bergamo il 26 febbraio 2022», all'incontro del 13 febbraio scorso, a Palazzo Frizzoni, che ha avuto per ospite il sindaco della città di Bucha Anatoliy Fedoruk.
Carnevali infine ricorda che anche lo stesso Governo italiano, prima con il Presidente del Consiglio Mario Draghi, poi con l'attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha costantemente espresso il proprio sostegno allo sforzo del popolo ucraino nella difesa della propria sovranità nazionale di fronte all'invasione armata ordinata da Vladimir Putin.
Sarà ricollocata
Infine, la sindaca conclude ammettendo che l'esposizione permanente della bandiera Ucraina non collima perfettamente con l'art. 8 del Dpr. 121/2000, attuativo della Legge 22/1998 citato da Bianchi, perché «non rientra tra i casi previsti dalla normativa in materia di cerimoniale». Da qui quindi la decisione di, pur «ribadendo il profondo legame di solidarietà che unisce la città di Bergamo al popolo ucraino», ricollocare la bandiera ucraina, così da continuare a testimoniare, nel pieno rispetto della legge, l'attenzione e il sostegno della nostra città alla causa ucraina.