Blackout a Bergamo, Cisl: «La carenza di personale non ha permesso una risposta tempestiva»
Il sindacato si è espresso sui guasti del 1° luglio in città, che hanno esposto una «fragilità organizzativa difficile da ignorare»

«I blackout che hanno colpito diversi centri abitati della regione, tra cui Bergamo, non hanno messo in crisi soltanto la tenuta tecnica della rete elettrica, ma hanno esposto una fragilità organizzativa sempre più difficile da ignorare: la cronica carenza di personale qualificato nella gestione delle emergenze».
Così Cisl Bergamo commenta i guasti alla corrente che hanno lasciato al buio, nella giornata di ieri (1° luglio) diverse zone della città. Problemi che si sono risolti soltanto dopo le ore 23: a causarli, secondo le prime informazioni, le temperature eccessive, che hanno surriscaldato le condutture sotterranee.
«Numero insufficiente di squadre»
«Se da un lato Enel ha attribuito il guasto a problemi sulla linea di media tensione aggravati dal caldo e dal sovraccarico della rete - prosegue il sindacato - dall'altro è evidente che anche le difficoltà operative del personale tecnico hanno rallentato le operazioni di ripristino». In città, gli operatori hanno dovuto collegare un cavo di 50 metri in superficie per ripristinare la corrente. «Le squadre intervenute hanno agito con professionalità, ma il loro numero insufficiente non ha permesso una risposta tempestiva ed efficace». I disagi, a Bergamo, si sono protratti dalle 16 alle 23 circa.
«In uno scenario in cui le ondate di calore e l'iperconsumo energetico diventano sempre più frequenti, non si può continuare a fare affidamento solo su turni straordinari e disponibilità volontaria», prosegue il sindacato.
Alle parole di Cisl Bergamo si aggiungono quelle di Jgor Manzo, segretario generale regionale Flaei Cisl, che sottolinea: «Le organizzazioni sindacali chiedono da tempo un piano di assunzioni adeguato alla tipologia di servizio e ai carichi di lavoro». Carlo Varinelli, segretario Flaei Cisl Bergamo, ribadisce: «Serve un'attenzione maggiore da parte di Enel al personale».
Una rete da 400 mila utenze affidata a 10 tecnici
Lo sciopero del 20 giugno scorso e la vertenza in corso in Enel Distribuzione testimoniano un clima di crescente tensione. «L'introduzione di un orario spezzato su due semi turni si è rivelata una misura poco efficace. Infatti, affidare la gestione di una rete con oltre 300-400 mila utenze a una media di soli 10-15 tecnici operativi è chiaramente insostenibile».
Nemmeno la riorganizzazione su doppio turno avrebbe portato a alcun miglioramento concreto. «I recenti blackout sono il frutto di un mix di cause tecniche e ambientali, ma il deficit strutturale di organico ha amplificato la portata dell'emergenza. In momenti critici, l'assenza di personale adeguato rende ogni intervento più lento e meno efficace, aumentando i disagi per i cittadini e le imprese».