Ordinaria movida

Borgo Santa Caterina: archiviato il Covid, tornato il baccano (ogni week-end la stessa storia)

Nello scorso fine settimana non si contavano i gruppi di ragazzi davanti ai locali fino a notte. E la giunta ha allungato di un'ora l'apertura

Borgo Santa Caterina: archiviato il Covid, tornato il baccano (ogni week-end la stessa storia)
Pubblicato:
Aggiornato:

di Wainer Preda

Finita l’emergenza, tornato il baccano. La signora sulla sessantina si lamenta. «Nel week-end, sabato scorso, alle due di notte sono dovuti intervenire polizia e vigili per farli smettere. Ne stavano combinando di tutti i colori». Scene da ordinaria movida, in Borgo Santa Caterina. Poco sopportabili se vivi da queste parti.

Con la fine dello stato di emergenza, il 31 marzo scorso, e il ritorno alla sostanziale normalità, per il Borgo Santa ora torna a farsi dura. I problemi mai risolti, ma solo limitati, provocati dalla movida, sono di nuovo lì dopo anni di sostanziale tranquillità. Ora che non c’è più il divieto di assembramento all'esterno (poco rispettato anche in precedenza, a dire il vero), centinaia di giovani sono ripiombati nel bel mezzo di un quartiere dall'età media piuttosto avanzata.

Borgo Santa Caterina, d’altronde, ha due facce. Quella di giorno e quella di notte. Vita tranquilla col chiaro. Il Santuario, il monastero, la parrocchia, l’oratorio, le famiglie, i bambini. I negozi, le caffetterie. Tutta gente che si conosce, quasi fosse un piccolo paese. Poi, quando calano le tenebre, arrivano loro. Quelli che un tempo si chiamavano “forestieri”. Giovanotti dallo schiamazzo facile e milady dalle gonne mignon, spesso avvezzi ad alzare la voce, oltre al gomito. Parcheggiano ovunque capiti. Dallo stadio in giù. Poi sciamano verso i locali della movida. Tanti, a poca distanza l’uno dall'altro, lungo il Borgo.

Di quelli che abitano gli appartamenti lì sopra, loro, gli aficionados della vita notturna, se ne fregano bellamente. Vengono soprattutto da fuori città. E il loro imperativo è divertirsi. Vuoi mettere dopo mesi di lockdown, ne hanno tutto il diritto, dicono. «Solo che il lockdown è passato da due anni - fa notare un residente -. La voglia di far casino, un po’ meno. E così pensano di risolvere i loro guai, urlando ai quattro venti, con la complicità di qualche bicchiere di troppo. Un’esistenza ad alta gradazione, scambiata per libertà, verrebbe da dire».

Intanto i bar costellano la via. Quasi il Borgo fosse una gallina dalle uova d’oro. Durante lo scorso fine settimana non si contavano i gruppi di ragazzi davanti ai locali fino a notte. Quando il centro diventa deserto, il Borgo si riempie. E dormire, per i residenti, si fa difficile. Clacson o schiamazzi, radio a palla e bum da, centinaia di ragazzi in strada creano, di per sé, disagi. Se poi hanno alzato il gomito, te ne rendi conto la mattina dopo, osservando i marciapiedi. Panorami disgustosi che vi risparmiamo. Ci limitiamo a dire che sui muretti è una parata di bicchieri di plastica e cartone, dal contenuto dubbio.

Il Comitato residenti, dopo due anni, sta riprendendo la sua attività. Primo: chiedere controlli. «Di vigili - dice chi abita da queste parti - qui la notte non se ne vedono». Nel frattempo il dibattito sulla movida arriva in Consiglio comunale. (...)

Continua a leggere su PrimaBergamo in edicola fino al 14 aprile, oppure in versione digitale cliccando QUI

Seguici sui nostri canali