La provocazione

«Buttiamo giù il monumento agli Alpini: ormai quello è il piazzale della Festa»

Un lettore ci ha scritto una lettera dai toni sarcastici: «Demoliamo quel fastidioso manufatto. Non c’entra nulla con l’armonia dei tendoni e delle tensostrutture»

«Buttiamo giù il monumento agli Alpini: ormai quello è il piazzale della Festa»
Pubblicato:

Pubblichiamo la lettera - dai toni decisamente sarcastici - inviata alla nostra Redazione da un lettore la mattina di oggi (mercoledì 16 ottobre) e riguardante Piazzale Alpini, a Bergamo.

Gentile direttore,

Approfitto delle pagine del suo giornale per lanciare una proposta: demoliamo quella cosa di cemento che sta in mezzo all’Arena feste e concerti (un tempo piazzale degli Alpini) e che disturba l’armonia di tutto l’intorno. Che cosa ci azzeccano in questo posto quelle due specie di colonne che in mezzo hanno pure un oggetto scuro che le unisce e che non si capisce bene che cosa sia?

Io propongo di demolire quel fastidioso manufatto perché non c’entra nulla con l’armonia dei tendoni, delle tensostrutture, dei tavoloni e dei container che si trovano nel piazzale. E pure non si capisce che cosa ci stia lì a fare quello straccio bagnato (di lacrime) della bandiera.

WhatsApp Image 2024-10-16 at 12.50.29
Foto 1 di 3
WhatsApp Image 2024-10-16 at 13.00.17
Foto 2 di 3
WhatsApp Image 2024-10-16 at 12.58.35
Foto 3 di 3

Buttiamolo giù quell’intruso di pietra. E celebriamo questa nuova destinazione di allegria e di festa, di Oktoberfest (non siamo a Monaco? Vero, ma chi se ne frega, basta vendere birra) e di musiche sparate a tutto volume. Siamo la città che ha scoperto che la cultura serve a fare soldi, a muovere l’economia, a portare ricchezza!

Quindi, via quel patetico monumento agli Alpini, a tutti quei giovani che hanno lasciato la loro vita nella Prima e nella Seconda guerra mondiale, a tutti quei ragazzi che hanno cercato con il loro esempio tragico di farci riflettere, di spingerci a pensare a quali sono i valori importanti della vita.

Cancelliamolo del tutto questo che era un giardino di riflessione e memoria. Chiamiamolo “Piazza delle Feste e dell’Allegria”. Diventerà magari l’icona della nuova Bergamo, della città piena di turisti, dei ristoranti che lavorano alla grande, dei borghi che diventano dei grandi villaggi vacanze. Con conseguenti lucrosi guadagni per un manipolo di bergamaschi.

Ma ho divagato. Torno alla proposta iniziale: il monumento progettato a fine Anni Cinquanta da Giuseppe (Beppino) Gambirasio venga demolito, non lasciamolo più lì a disturbare la nuova piazza della Festa e dell’Allegria.

La ringrazio molto per l’ospitalità. Con stima.

Lettera firmata

Commenti
Anna

piena condivisione in toto dei cittadini Beppe e Valter.... posso solo aggiungere "vedrai che Bergamo!" lo slogan della sindaca.... già l'avevamo vista con Gori e ora sempre più giù con la Carnevali!!

Angilberto Bianchi

Quel monumento aveva ai piedi una bella fontana la quale doveva essere sostituita da altre a raso mai viste... ora quello spazio non spazio è lì in attesa di eventi ma non di cittadini per goderselo.

Sebastian

Non è mai stato una bellezza. Si poteva demolire anche prima che i Gori Boys rovinassero la piazza con le baracche attuali. Detto questo ai tanti indignati direi di smetterla di confondere la retorica di guerra con la storia di cui forse mai avete sfogliato un libro. La verità non è quella della retorica, quella dei tanti eroi morti PER la patria, ma di tanti poveri ragazzi morti A CAUSA della patria che si è avventurata in inutili guerre. Se invece della retorica di guerra sapeste la storia, sapreste che la prima guerra mondiale si poteva tranquillamente evitare. L'Austria era disposta a cedere Trento e Gorizia ed era disposta a ragionare anche su Trieste. Invece no, per avere Bolzano allora tedesca al 98% sono stati mandati al macello centinaia di migliaia di poveri Cristi che sarebbero stati ben volentieri a casa loro. Per la seconda guerra mondiale basti dire che nei deliri fascisti del Duce l'entrata in guerra è stata così giustificata "ho bisogno di qualche migliaio di morti per sedermi al tavolo delle trattative". E veramente voi oggi ritenete che i poveri alpini morti in Russia sono morti per la patria e non a causa della patria? Veramente pensate che siano andati tutti contenti nel gelo russo a morire per la patria? Davvero l'Italia per esistere felice e contenta aveva bisogno di Bolzano o di Rostov sul Don? Se avete un minimo di rispetto per queste povere persone ricordate la loro triste vicenda, senza però strumentalizzare la loro tragica fine per i vostri scopi patriottici e retorici che nulla hanno a che vedere con la storia.

Andrea Deleidi

Ahahahahahah

Cri

Senza ironia : il monumento ha ora una collocazione non adeguata . Se è memoria del sacrificio di tanti . Purtroppo viviamo in tempi per cui la storia passata non è più solo travisata da una interpretazione di parte ma è ,più semplicemente , annullata nella memoria della sua collettività.

Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali